Tu sei qui: CronacaMorte in corsia, troppi sedativi
Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 31 maggio 2002 00:00:00
Arresto cardiaco o una dose massiccia di sedativi: è ancora avvolta dal mistero la morte di Mikhails Pitikakis, il ventenne di Cava de' Tirreni deceduto martedì notte nella sezione detenuti dell'ospedale di San Leonardo (nelle foto). Ieri il medico legale Giovanni Zotti ha eseguito l'autopsia, disposta dal Pm Fioretti su richiesta dei familiari della vittima. Secondo i legali di parte, gli avvocati Rino Carrara e Silverio Sica, dall'esame sarebbero emersi elementi diversi rispetto al referto consegnato dai medici. Si parlerebbe, stando alle prime indiscrezioni, di un arresto respiratorio provocato da un uso non controllato di sedativi. «Attendiamo maggiori ragguagli - precisa l'avvocato Carrara - dal nostro perito, il dottor Alfinito. I primi risultati possono far pensare ad una morte per arresto respiratorio». Ma non basta: dalla perizia risulterebbe la presenza di un pezzo di ferro nel fegato del giovane, che non avrebbe, però, in alcun caso contribuito a far peggiore le sue condizioni. Resta un tassello da scoprire anche l'orario del decesso, che dal referto è indicato a mezzanotte. «Tra le ipotesi - continuano gli avvocati - ci sarebbe anche la sconcertante possibilità che il decesso si sia verificato molte ore prima della scoperta». Al momento nulla di certo: le verifiche continuano. A voler fare chiarezza sulle cause del decesso è stata la madre del giovane, Amalia Sellitto, infermiera all'ospedale "Santa Maria dell'Olmo". La donna ha sporto denuncia alla Procura della Repubblica per appurare se Mikhails è stato curato e assistito nel migliori dei modi. Il giovane, di padre greco, dal 2 maggio era ricoverato alla sezione detenuti del San Leonardo per eseguire una serie di controlli psichiatrici. Martedì notte, l'agente che piantonava il suo lettino lo ha trovato morto. Secondo i medici, si è trattato di arresto cardiaco. Fin dalle prime ore i parenti hanno avanzato dei sospetti: per loro il decesso era stato causato da un sovradossaggio di farmaci. I dirigenti del San Leonardo appaiono del tutto tranquilli: «L'autopsia - precisa il direttore sanitario Vincenzo Raiola - è un esame del tutto ordinario. La Magistratura dovrà valutare i fatti». La bufera al San Leonardo, però, continua: la magistratura ha avviato le indagini sulla morte del 71enne Silvio Criscuolo, operato al reparto di Urologia dell'ospedale salernitano e deceduto dopo un lungo calvario per una garza lasciata nell'addome.
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