Tu sei qui: CronacaMilite, la città e la Cavese a lutto
Inserito da (admin), mercoledì 15 febbraio 2006 00:00:00
È stata la testimonianza del figlio del proprietario dell'appartamento che Adolfo Milite aveva in fitto ad incastrare i due giovani di Nabeul, accusati di essere gli assassini dell'ex allenatore della Cavese. Le indagini sul delitto di Hammamet hanno avuto un'improvvisa accelerata nella serata di lunedì, dopo che la Polizia locale aveva ascoltato il vicino di casa di Milite. A quanto si apprende, quel tragico pomeriggio di domenica il giovane, richiamato dalle urla che provenivano dall'appartamento dato in fitto, aveva rincorso i due rapinatori ed avrebbe anche sfilato loro il passamontagna. I due assassini erano riusciti a fuggire, ma avevano lasciato pesanti indizi, come i borsoni trafugati dopo il delitto.
Nel giro di 24 ore gli investigatori sono riusciti a ricostruire l'identikit. Ad aiutarli anche un altro particolare: sulla scena del delitto avrebbero ritrovato un gesso ortopedico, perso con ogni probabilità da uno dei due banditi durante la colluttazione. La Polizia si è messa sulle loro tracce, setacciando negli ambienti della malavita locale. Nella tarda serata di lunedì sono stati acciuffati: i due assassini, rispettivamente 23 e 25 anni, sono di Nabeul, località vicina ad Hammamet, molto nota ai turisti italiani. Si tratterebbe di due pregiudicati già noti alle forze di Polizia per precedenti specifici.
Secondo gli inquirenti non ci sono dubbi sul movente: Adolfo Milite è stato ammazzato perché ha sorpreso e visto in faccia i due ladri. I bene informati parlano di altri tentativi di furti, molto frequenti in quella zona, da cui Milite era fino a quel momento rimasto indenne. Al momento le notizie sono frammentarie, poiché il Ministero degli Esteri non ha ancora dato una versione ufficiale dell'accaduto, né tanto meno è pervenuta alle forze di Polizia italiana alcuna comunicazione su quanto in queste ore è stato riferito ai familiari della vittima. Un gruppo di amici di Milite ha raggiunto Hammamet per accelerare le procedure di rientro della salma, attesa all'aeroporto di Fiumicino, pare per una serie di complicazioni di ordine burocratico, agli inizi della prossima settimana.
In città, intanto, il giorno dopo la tragedia insieme al dolore esplode la rabbia per una morte tanto violenta quanto assurda. Nonostante la famiglia Milite fosse originaria di Nocera Superiore, i parenti hanno espresso la loro volontà di dare sepoltura alla salma di Adolfo nel cimitero di Cava de'Tirreni. Nato 60 anni fa nel Comune dell'Agro, Adolfo Milite si era trasferito a Cava seguendo l'esempio del fratello Antonio e della sorella. A Cava era tornato, per poi ripartire sabato destinazione Hammamet. «Era un pane di uomo - ricorda l'amica di famiglia Rita Apicella - chi lo conosceva non poteva che volergli bene. Ha lasciato in tutti noi un senso di vuoto, ma anche un dolce ricordo. Gli volevamo un gran bene». Al rientro della salma saranno fissati la data ed il luogo del rito funebre. «La sua morte è stata crudele - dicono gli amici - lo aspettiamo per dargli l'ultimo saluto».
Frasi di cordoglio anche da parte degli attuali dirigenti della Cavese Calcio. Per la gara di domenica con il Cuiopelli, la Cavese chiederà alla Lega serie C di poter osservare un minuto di raccoglimento, mentre la squadra giocherà con il lutto al braccio. Volontà espressa anche dalle istituzioni locali. Adesso si attende il ritorno della salma in Italia, un'operazione che richiederà con ogni probabilità qualche giorno in più, visti i tempi dell'inchiesta giudiziaria avviata dalle autorità tunisine. Espletate le formalità di rito, il corpo privo di vita di Adolfo Milite ritornerà a casa per l'ultimo saluto e per la sepoltura nel cimitero metelliano.
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