Tu sei qui: Cronaca‘Mi darò fuoco davanti al tribunale'
Inserito da (admin), martedì 13 gennaio 2004 00:00:00
Una lite per la compravendita di un immobile, regolata dal Codice Civile, ha portato un commerciante cavese, Luigi Rispoli, a denunciare penalmente il giudice che ha emesso la sentenza a lui sfavorevole ed a ricorrere in Cassazione per vedere garantiti i suoi diritti. Esasperato dalla lentezza della giustizia italiana, a suo dire non proprio imparziale, il commerciante intende darsi fuoco davanti al Tribunale di Salerno, per smuovere l'opinione pubblica e le istituzioni. «Ritengo - afferma Luigi Rispoli - di aver subito un grave ed imperdonabile torto dalla giustizia. Nonostante gli atti e gli accordi intercorsi fra le parti, mi ha penalizzato la sentenza emessa dal dott. Luigi Gargiulo del Tribunale di Salerno, Sezione Distaccata di Cava de'Tirreni. Mi ritrovo, mio malgrado, perdente e costretto a ricorrere a prestiti per correggere gli errori da altri commessi». I fatti risalgono a 4 anni fa, quando il commerciante mise in vendita un immobile dal valore di 380 milioni di lire. Il 17 giugno 1999 si fece avanti un compratore e fu stipulato un regolare compromesso di vendita, con chiare modalità di pagamento: 30 milioni come caparra, versati lo stesso giorno; 150 milioni da corrispondere entro il 30 luglio, termine entro il quale Luigi Rispoli doveva esibire una quietanza liberatoria per un debito contratto con il Banco di Napoli; entro il 30 ottobre i restanti 200 milioni. «Contravvenendo agli accordi stipulati in compromesso - dice Rispoli - il 17 luglio l'acquirente rinunciò all'acquisto, perché non avevo esibito la liberatoria della banca, dimenticando che tale impegno lo dovevo mantenere entro il 30 luglio. Mi chiese addirittura la restituzione doppia della caparra». Il giudice Luigi Gargiulo presiedeva il procedimento civile intentato dall'acquirente per il recupero dell'anticipo. «Il dottor Gargiulo - continua Luigi Rispoli - ignorando del tutto l'atto di compravendita e le date in esso riportate, mi diede torto, procurandomi una serie infinita di guai e danni finanziari». Per questi motivi il commerciante promosse nel 2002 un'azione legale, che ebbe il suo epilogo con l'archiviazione del procedimento penale, disposta dal Gip Francesco Todisco del Tribunale di Napoli, perché «...reagire a provvedimenti giurisdizionali non favorevoli ai propri interessi - si legge nella sentenza - non è certo incolpare di gravi reati il giudicante, quanto piuttosto esperire i rimedi previsti dalle leggi per l'impugnazione delle sentenze e, eventualmente, instaurare un giudizio per far valere il diritto al risarcimento dei danni per responsabilità civile del giudice». Nel maggio scorso, poi, la Corte d'Appello del Tribunale di Salerno ha confermato la sentenza emessa dal giudice Gargiulo. «Questo mi costringerà - conclude Rispoli - ad invocare il giudizio della Corte di Cassazione, anche per richiedere i danni procuratomi dalla sentenza di Gargiulo». Poi, minaccia di darsi a fuoco. In fondo, non è nuovo a gesti eclatanti. Nel corso del secondo mandato Fiorillo, riuscì ad introdursi nell'ufficio del sindaco, al primo piano del Palazzo di Città, minacciando di buttarsi dalla finestra nel caso in cui non fosse stato ascoltato.
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