Tu sei qui: CronacaMarocchino ubriaco terrorizza gli automobilisti
Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 3 giugno 2002 00:00:00
Tre bottiglie ridotte in cocci, usate come armi. Un uomo, completamente ubriaco, che fa il tiro al bersaglio, scegliendo come obiettivo da colpire gli automobilisti ed i portoni delle palazzine: è questa la scena di fronte alla quale si sono trovati, nella notte tra giovedì e venerdì scorso, gli agenti della Polizia ed i soccorritori del 118. Jnovbri Boujemna, 31 anni, di origine marocchina, è stato fermato per stato di ebbrezza. A far scattare l'allarme gli sos dei residenti della zona e dei passanti, che hanno temuto per la loro incolumità. È già trascorsa la mezzanotte quando al Commissariato della Polizia locale arrivano le prime segnalazioni: «In piazza Ferrovia (nella foto) c'è un uomo che sta lanciando bottiglie di birra contro i finestrini delle auto in corsa». Una pattuglia nota Jnovbri in preda ai fumi dell'alcol: intorno a lui ci sono diverse bottiglie di birra, che costituiscono le sue «munizioni». Gli agenti lo fermano ed allertano il Saut. Sul posto arriva l'ambulanza dell'Humanitas con i medici del 118, che lo accompagnano in ospedale. «Non voleva fare male a nessuno, o almeno, non si rendeva conto di quello che stava facendo», dicono in tanti. Partono gli accertamenti: secondo procedura, viene controllato il permesso di soggiorno. Proprio in queste ore alla Camera è polemica sul disegno di legge sull'immigrazione. Una delle pagine, che suscita particolare clamore, è il provvedimento approvato mercoledì scorso: «l'obbligo delle impronte digitali sui documenti degli immigrati». Chi la contesta parla di criminalizzazione degli extracomunitari. Non c'è nulla di scandaloso, invece, per i sostenitori: «Secondo la normativa europea, oggi tutte le carte di identità dovrebbero contenere anche le proprie impronte digitali». La settimana scorsa, la maxi retata contro la banda di extracomunitari, specialisti nei furti in villetta, si concluse con lunghi accertamenti per risalire all'identità degli arrestati. Sokip e Sabit Sokoli, rispettivamente di 18 e 19 anni, incastrati dagli agenti diretti dal vicequestore Sebastiano Coppola, fornirono false generalità, facendosi passare per minorenni. Solo dopo accurate indagini, la Polizia svelò il giallo.
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