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Cronaca

"Mani Amiche", un'associazione che merita di più

Inserito da Tommaso Avallone (admin), martedì 31 gennaio 2012 00:00:00

Quando si incontrarono, per la prima volta, due volontà miranti ad un fine umanitario comune, nacque come d’incanto la nostra Associazione “Mani Amiche”. Felice Scermino e Nino Senatore fecero da apripista; ma poi chiamarono Giuseppe Raimondi, Alfonso Civetta, l’indimenticato ed indimenticabile Lello Della Monica, Enzo Baldi, Raffaele Scarabino e Tommaso Avallone. Ognuno di noi proveniva da altre e diverse esperienze di volontariato, ma quello che ci accomunava era e restava la nostra formazione giovanile “francescana”, forgiata alla scuola dell’amore di Padre Marco Adinolfi.

Cominciammo così con i primi corsi presso la più nota Associazione “Soccorso Amico” di Salerno, che ci fece da madrina. Poi, pian pianino, confortati anche dal placet del Dott. Pippo Satriano, si ritenne di aver raggiunto quella autonomia gestionale che ci fece dichiarare “pronti” per offrire alla Città quel servizio che ancora le diamo: trasporto gratuito di ammalati, da e per i luoghi di cura.

Siamo ormai operativi da 20 anni, mese più mese meno, e siamo sempre più orgogliosi di quello che abbiamo dato e di quanto abbiamo ricevuto in attestati di fiducia, di gratificazione e di stima. Se noi non ci fossimo stati, chissà se poi sarebbero sorte le altre realtà, tutte a noi successive, che sul territorio cavese, ognuna con le proprie peculiarità, integrano o completano oggi le esigenze della popolazione metelliana.

C’è un problema però! Come diceva il buon Dio: «la mèsse è molta e gli operai sono pochi!». Ed oggi, noi operatori di “Mani Amiche”, fortunatamente quasi tutti con una attività lavorativa propria, abbiamo sempre meno tempo libero da dedicare alla nostra associazione. Mancano le braccia, mancano gli autisti, i barellieri. Mancano cioè coloro che potrebbero fare servizio nelle ore in cui noi, lavoratori e padri di famiglia, esercitiamo il nostro lavoro. E dobbiamo trovarli subito, altrimenti le ore in cui la nostra Associazione potrà essere operativa diventeranno sempre di meno durante i giorni feriali.

Questo è importante che la cittadinanza lo sappia. Quella cittadinanza che:
- mai ci ha fatto mancare il proprio sostegno, anche economico;
- ci ha sostenuto nell’acquisto di 2 ambulanze;
- ci gratifica ogni anno dedicandoci il 5 per mille della propria dichiarazione dei redditi;
deve sapere che, quando non ci trova disponibili, è perché non siamo riusciti a mettere insieme le persone necessarie a comporre un equipaggio standard.

Pensiamo che i genitori per primi, i docenti poi, quando si intrattengono (ma lo fanno?) con i loro pupilli, dovrebbero suggerire un’esperienza come quella di “Mani Amiche”. Come per tutte le attività, essa arricchisce, e non poco, in modo particolare perché il contatto con la sofferenza rende gli uomini migliori. Viviamo in un mondo di troppa superficialità e di scarsa analisi. Pensiamo (quando lo facciamo) che certe cose capitino solo agli altri! E non vediamo invece che, in alcune famiglie, si va già in crisi perché c’è chi ha bisogno di una iniezione e nessuno è capace di fargliela.

Figuriamoci, quindi, se l’esigenza è un poco più alta. Quando ci è stato chiesto di preparare un pezzo su “Mani Amiche”, non ho pensato di scrivere cose attinenti al nostro passato o al nostro quotidiano. Che cosa abbiamo fatto in questi 20 anni e che cosa ancora cerchiamo di fare, Cava lo sa! Dalla più umile misurazione della pressione sanguigna alla nostra presenza durante la tragedia di Sarno, in cui la nostra partecipazione è stata intensa, proficua ed autonoma (non abbiamo chiesto niente a nessuno, né in termini di vitto per i nostri operatori né in contributo di carburante per i nostri automezzi) e, forse per questo, lodata e pubblicamente encomiata.

Ma, per rendere meglio quanto detto sopra, vogliamo ricordare che un nostro operatore, il buon Daniele Di Mauro, all’epoca dei fatti non ancora 20enne, intervenendo in favore di un malcapitato, colpito duramente a seguito di una colluttazione, gli salvava la vita praticandogli un massaggio cardiaco. Quel massaggio cardiaco che aveva imparato ad eseguire frequentando i nostri corsi, quei corsi che gli avevano insegnato a riconoscere la particolare esigenza di quel momento specifico. E che quell’intervento abbia salvato quella vita, non lo diciamo noi, ma è ben scritto nei verbali della Procura della Repubblica di Salerno, relativi a quell’episodio.

Se “Mani Amiche” avesse fatto solo questo, sarebbe già valsa la pena farla nascere! E allora vorremmo augurarci che quei tanti giovani che sprecano il loro tempo a stazionare sotto i nostri bei portici, avessero una qualche folgorazione che li invitasse a chiedersi se c’è di meglio da fare, se c’è forma migliore per investire il proprio tempo libero in formazione e crescita individuale.

Chiunque dovesse arrivare a noi con l’intenzione di dare, avrà modo di capire quanto invece riceverà, nella nostra bella famiglia, in cambio di poche ore destinate al prossimo. Noi che ci crediamo, noi che l’abbiamo voluta questa Associazione, teniamo duro; ma il tempo che passa e che ci rende vecchi richiede ricambi giovani che vogliano e sappiano prendere il nostro testimone. E questo è l’augurio che ci facciamo e che facciamo alla nostra creatura “Mani Amiche”.

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