Tu sei qui: CronacaLo straziante saluto a Gianni
Inserito da (admin), giovedì 5 novembre 2015 00:00:00
Un palloncino azzurro si stacca dallo striscione affisso nella piazzetta di Santa Lucia e si innalza verso il cielo proprio mentre la bara bianca di Gianni Lamberti varca il portale della Chiesa parrocchiale della Beata Vergine. Un caso, forse un segno. A fare da sottofondo il silenzio assordante e mesto, rotto dai singhiozzi di quanti ancora non vogliono credere ad una tragedia consumatasi inaspettatamente. Poi un lungo applauso accompagna il feretro fino all’altare e la chiesa si riempie a tal punto che in molti restano in strada in attesa, pur di non mancare all’ultimo saluto ad un amico, un fratello, un figlio. Si sono aperti così ieri pomeriggio, mercoledì 4 novembre, i funerali del 21enne Gianni Lamberti, che martedì sera è deceduto dopo essere stato travolto da un treno in corsa mentre attraversava i binari sbarrati del passaggio a livello di via Giuseppe Vitale.
Centinaia le persone radunatesi all’ombra della Chiesa di Santa Lucia Vergine e Martire. Congelati nel dolore gli amici, gli ex compagni di classe del Liceo Linguistico “De Filippis”, la rappresentanza degli ultras di quella Cavese di cui era tanto tifoso, l’intera frazione di Santa Lucia. «Sei stato il sorriso della nostra scuola. Ciao Gianni... il tuo De Filippis!»: questo lo striscione dedicato alla memoria del giovane da parte di chi con lui aveva condiviso gli anni spensierati dell’adolescenza. Nei loro occhi l’unica consolazione è il ricordo dei momenti belli passati insieme.
«Ricorderò sempre il bellissimo sorriso che aveva stampato in faccia - racconta l’amica Lisa - e la sua solarità che coinvolgeva tutti e tutto». «Quante volte si avvicinava a me e io gli ripetevo di allontanarsi e ridevamo per ore - ricorda Sara - Ora penso che pagherei tutto l’oro del mondo per avere un suo abbraccio, per sentirlo vicino ancora una volta». «Un ragazzo eccezionale, pieno di gioia, sempre allegro e con tanta voglia di divertirsi - racconta Vincenzo, richiamando alla mente l’esperienza insieme in un gruppo d’animazione - Di risate insieme ne abbiamo fatte». «Era un amico speciale - aggiunge un altro compagno - nessuno riusciva a strappare un sorriso come faceva lui, che con la sua battuta pronta era capace di far sorridere anche chi non era di buonumore. Ora sorrisi non ce ne sono».
In chiesa nei primi banchi, coi volti rigati dal dolore e gli occhi vuoti della perdita, c’erano i genitori di Gianni, Gianfranco Lamberti e Silvana Tanimi, ed i fratelli Emmanuele e Mariarosaria. Dietro di loro un lungo corteo di parenti, amici e conoscenti. Tante le corone di fiori che hanno accompagnato il rito di dolore e di lacrime officiato da don Beniamino D’Arco nel ricordo di un giovane scomparso prematuramente.
«Difficile trovare parole di conforto e speranza di fronte alla morte di Gianni, di fronte a questa bara bianca - ha detto dall’altare il parroco di Santa Lucia - Una morte assurda, imprevedibile, ingiusta, che non può lasciare insensibili. Gianni è stato un figlio fortemente desiderato da una giovane coppia che ha lottato per averlo. Appena nato, tante difficoltà, tanti viaggi, tanta sofferenza. Era il figlio coccolato, difeso. Il figlio che tragicamente ha concluso la sua esistenza. L’augurio è che questa perdita ci insegni ad apprezzare la bellezza delle relazioni, la gioia di andare incontro agli altri e non chiuderci nel nostro mondo, isolandoci con l’orecchio attaccato a strumenti che tante volte sono utili, ma che tante altre ci portano a vivere in maniera disattenta».
A quanto pare, infatti, Gianni era al telefono quando è sopraggiunto il treno che si è poi rivelato fatale. Una distrazione, un azzardo, quello di attraversare i binari con le sbarre ancora chiuse. E proprio sui quei binari, ancora macchiati del suo sangue, è passato il corteo funebre ieri pomeriggio dopo la funzione per dirigersi al civico cimitero.
Quella passione per la neve e la montagna
Gianni Lamberti era per tutti il “ragazzo della neve”. Così lo ricorderanno gli amici di sempre, quelli veri, che hanno avuto modo di conoscerlo e di condividere con lui momenti intensi di un’esistenza troncata a soli 21 anni. La neve era per Gianni il simbolo di gioia, spensieratezza e purezza. Lo dimostrano i tanti scatti che lo ritraevano immerso in paesaggi invernali, circondato dal bianco, da quello che egli stesso definiva “l’entusiasmo della neve”. Tra poco sarebbe arrivato il Natale, il periodo che - secondo quanto ricordano gli amici - era il preferito di Gianni, soprattutto quando attendeva con ansia non certo di scartare i regali sotto l’albero, ma che cadesse dal cielo l’amata neve che rendeva il Natale caldo e perfetto. «Invece adesso il gelo è piombato su tutti noi - scrive un’amica sulla bacheca Facebook di Gianni - ci sta facendo rabbrividire, ci sta atrofizzando le ossa e il cuore». Una passione che era molto nota non solo ai suoi amici, ma anche a chi era solito visitare il suo profilo su Facebook pieno di questi paesaggi.
Giuseppe Ferrara
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