Tu sei qui: CronacaLe toghe cavesi difendono il tribunale cittadino
Inserito da (admin), giovedì 4 dicembre 2003 00:00:00
Gli avvocati cavesi hanno mal digerito l'affermazione che l'avvocato Corona, rappresentante dell'Ordine Forense di Salerno, ha pronunciato in occasione di una pubblica assemblea ad Eboli. Nel corso del suo intervento, Corona avrebbe affermato che «i nostri politici difendono i rami secchi, le sezioni improduttive. Cava, Mercato San Severino, Montecorvino sono ancora aperti, ma gli uffici non producono, non funzionano». L'associazione forense "Pietro De Ciccio", fondata da alcuni anni ed intitolata ad un principe del foro cavese, non ci sta. Ritiene offensiva soprattutto la qualifica di «tribunale improduttivo» rifilata alla sede metelliana. «Quanto affermato dal collega Corona - dice l'avvocato Ciro Senatore, componente del direttivo dell'associazione forense - è destituito di ogni fondamento. Basta recarsi quotidianamente presso gli uffici giudiziari per rendersi conto del lavoro che incombe sulle cancellerie per l'alto numero delle cause, sia civili che penali, che vengono trattate presso il nostro tribunale». In una nota diffusa dalla stessa associazione, viene evidenziato il grande lavoro svolto sia dagli impiegati che dai magistrati. «A mero titolo informativo - continua Senatore - nel settore civile, nel corso del 2001, sono state iscritte a ruolo oltre 4.000 cause. I dati sono rimasti pressoché invariati anche per il 2002. I procedimenti penali sono stati circa 300 negli ultimi due anni. Sono numeri, questi, che certamente mal collimano con l'improduttività denunciata. Ad evidenziare che il tribunale di Cava non può certamente essere definito un ramo secco - conclude - è il fatto che, di recente, anche i locali adibiti ad uffici giudiziari sono stati oggetto di ristrutturazione ed ampliamento». Sulla stessa lunghezza d'onda l'avvocato Luciano D'Amato: «Il servizio giustizia, fortunatamente, nella nostra città è negli standard della buona efficienza di produttività. A tal proposito, mi domando per quale motivo non lo si prenda ad esempio, invece di polemizzare».
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