Tu sei qui: CronacaLa testimonianza di Rolando
Inserito da (admin), giovedì 27 novembre 2003 00:00:00
«Ero con il mio cane, quando ho sentito i vetri delle auto che si infrangevano e le urla di alcuni passanti. È stato allora che ho visto una scia di motorini, guidati da ragazzi armati con mazze da baseball. Non ho fatto in tempo a fare un passo che sono caduto a terra. Non ricordo più nulla»: è il tragico racconto di una notte di follia. La voce è quella di Rolando Mughini, 30 anni, nipote di Achille Mughini, segretario provinciale dei Ds, tornato a casa da qualche ora dopo la notte trascorsa in ospedale. Mostra il grosso taglio sul sopracciglio. Lui, impiegato di banca presso una filiale di Nocera, è una delle vittime della spedizione punitiva consumatasi l'altra notte. È stato aggredito brutalmente dal commando di tifosi della Nocerina. La sua unica colpa è stata quella di trovarsi in strada per caso. Cos'è accaduto? «Ero sceso in strada per portare a passeggio Balù, il mio cane. Stavo leggendo uno dei manifesti affissi sulle mura di Corso Mazzini, accanto all'edicola. All'improvviso è scoppiato l'inferno, ma io non ricordo nulla di quello che è accaduto. Mi sono ritrovato a terra sanguinante». Cosa hai pensato? «Ho capito subito che sarebbe finita male. Più in là, davanti al bar, c'erano molti passanti, tra cui anche alcune ragazze». Hai detto o fatto qualcosa? «Un passo, ho fatto solo un passo: sono sceso dal marciapiede e poi non ricordo più nulla. Sembra strano, ma non ho avvertito il colpo. Ricordo solo che la ragazza che mi ha soccorso per prima mi ha detto che sanguinavo. Avevo una ferita al sopracciglio. In pochi minuti sono arrivati i medici del 118, che mi hanno portato in ospedale. Ma non era ancora finita. Mentre ero lì, sono arrivati una cinquantina di tifosi della Cavese. Hanno girato in lungo e largo il Pronto Soccorso. Erano sulle tracce del ferito, credevano che fosse un nocerino. Intanto, i medici mi hanno applicato 7 punti di sutura. Per fortuna, la Tac ha scongiurato guai peggiori. Dopo poco sono stato dimesso. Sono tornato a casa, ma fino alle 2 di notte sono stato interrogato dagli investigatori per la testimonianza». Ed ora? «Oggi devo ringraziare quanti mi hanno espresso la loro solidarietà, a partire dal sindaco e dagli assessori, che hanno telefonato per sincerarsi delle mie condizioni. Spero solo che nei commenti del giorno dopo non si avveleni ancor di più un clima già violento, in vista dell'incontro Nocerina-Cavese».
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