Tu sei qui: CronacaLa silenziosa mission dei Frati Cappuccini
Inserito da (admin), lunedì 9 luglio 2012 00:00:00
Quando ci è stato dato udire: “chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto”, noi eravamo convinti, come lo siamo tutt’ora, che tali espressioni si riferissero esclusivamente ai messaggi evangelici proferiti da Gesù durante le sue pubbliche dissertazioni, per far comprendere ai puri di cuore che potevano ottenere, chiedendolo, l’amore del Padre Celeste, ma oggi, dopo oltre duemila anni, per ottenere “cose” terrene, come ci si deve comportare? Attualmente, perché negarlo o far finta di non esserne consci, per ottenere migliorie cittadine occorre chiederle e se vengono pretese con fervore ancora meglio, ma non tutti osano farlo!
Tale senso di pieno rispetto verso le Istituzioni l’abbiamo ascoltato alcuni giorni fa dalla viva voce di Padre Antonio Francesco D’Urso (Frate Minore Cappuccino e Responsabile del Convento di San Felice da Cantalice di Cava de’Tirreni). L’occasione si è materializzata qualche giorno fa, quando noi, per far godere il panorama della nostra città a nostri familiari giunti d’oltre confine, ci siamo portati dinanzi alla seicentesca Chiesa di Santa Maria degli Angeli, attigua al Convento dei Cappuccini e giunti sul posto siamo stati accolti da Padre Antonio, il quale è presente nel monastero cavese, tranne brevi trasferimenti in altre Case Conventuali, sin dal dopoguerra.
Il Frate, con vena brillante, com’è nel suo usuale agire, ci riferiva che nel leggere “il Mattino” di questi ultimi giorni, si è visto costretto a soffermarsi sulla cronaca di Cava de’Tirreni ed in particolare sul contenuto degli articoli riguardanti la controversia “scacchiera sì, scacchiera no” e se scacchiera no, ci chiedeva Padre Antonio, dove andranno a finire i soldi del Più Europa?
Il Frate ci riferiva anche d’aver notato, con amarezza, le varie proposte e nell’interpretarle nel suo intimo, ci chiedeva: “stante le varie idee proposte da più persone ed associazioni in merito alla scacchiera, posso avanzarne una anch’io?”. Noi, non rivestendo una qualsiasi carica politica e non essendo favorevole al polverone che si è voluto far alzare sulla “questione scacchiera”, non siamo stati in grado di assentire.
La proposta di Frate Antonio, rivolta alla Civica Amministrazione, è quella di destinare, fra un lavoro ed un altro, un po’ di soldi alla riattivazione della storica “scalinata-via crucis” che da via Giuseppe Abbro porta al Convento dei Cappuccini. «Noi facciamo nostro l’insegnamento della pagina dell’evangelista Matteo (cap. 15,25-28), dove è espressa l’insistenza della “donna cananea” che l’ebbe vinta sul cuore di Gesù: “… si prostrò dinanzi a Lui, dicendo Signore, aiutami!”. Ed egli rispose: “Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. “È vero Signore - disse la donna - eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”. Allora Gesù le replicò: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”».
La speranza dei Frati Cappuccini è quella di un avanzo di cassa rinveniente dai lavori per il rifacimento delle due piazze (Abbro e Amabile). «Restando da impegnare gli spiccioletti rimasti - aggiunge Frate Antonio - perché non destinarli alla riapertura della secolare “scalinata-via crucis”?». Sarebbe un beneficio per buona parte della comunità di Cava de’Tirreni.
Livio Trapanese
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