Tu sei qui: CronacaL'Arcivescovo: "Grazie Leone"
Inserito da (admin), venerdì 21 aprile 2006 00:00:00
Ecco uno stralcio della commovente omelia pronunciata ieri pomeriggio da Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Cava-Amalfi, durante la Santa Messa celebrata al Duomo in ricordo dell'indimenticabile gladiatore aquilotto Catello Mari.
«Carissimi,
dopo i funerali celebrati lunedì scorso a Castellammare, oggi la nostra città di Cava si unisce alla famiglia e alla squadra di calcio cittadina, per ricordare il carissimo Catello Mari.
Un tragico incidente stradale ha spezzato la sua giovane esistenza proprio nel giorno in cui aveva festeggiato con i compagni ed i sostenitori la promozione un C1.
La triste notizia ha raggelato l'intera città ed ha smorzato l'esultanza del traguardo raggiunto anche con il valido contributo di Catello.
Cosa dire in questo momento di amarezza, di turbamento e di sconcerto?
Tanti interrogativi affiorano alla nostra mente. Come è successo? Perché è successo? Si poteva evitare?
Qual è il senso di una vita stroncata improvvisamente nel fiore degli anni? Quale messaggio cogliere da questo luttuoso avvenimento?
A queste domande è difficile dare una risposta esauriente e molte rimarranno avvolte nel mistero che è la nostra esistenza.
Nei momenti più tenebrosi della nostra vita, è difficile trovare parole di consolazione e di sollievo, solo la luce che ci viene dalla fede può rincuorarci e aprirci alla speranza.
Voglio però esporvi alcune considerazioni, prese dalla sapienza umana e, soprattutto dalla Parola di Dio, che mi sento di affermare con ferma convinzione. La Parola di Dio è parola di vita eterna.
- In ogni situazione, anche tragica ed incomprensibile, mai dobbiamo dubitare dell'amore e della bontà del Signore che ci ha fatto il dono della vita e ci prepara una casa nel suo regno;
- Nessuno conosce il numero dei suoi giorni, né le circostanze precise della sua chiamata all'eternità;
- La vita terrena è un grande dono, ma è temporaneo, passeggero, è solo un anticipo dell'eternità; la nostra vera patria, la nostra definitiva dimora non è qui, ma nei cieli;
- La vita terrena è preparazione, è tempo di prova, qui siamo come in esilio, come in terra straniera;
- Noi non abbiamo sulla terra una dimora stabile, siamo incamminati verso l'eternità, noi siamo fatti per l'eternità;
- Noi crediamo che dopo la vita terrena non c'è il vuoto, il nulla, ma la vita senza fine;
- Noi, illuminati dalla fede, "non fissiamo lo sguardo sulle realtà visibili", passeggere, transeunti, ma ci sforziamo di guardare "oltre" la realtà terrena, dove Cristo Signore è assiso alla destra di Dio Padre;
- Noi crediamo che Cristo risorto, vincitore della morte è la ragione della nostra speranza; siamo certi che come lui che è la primizia dei risorti, anche noi risorgeremo con lui a vita nuova ed eterna.
- Noi sappiamo che al termine della nostra vita, lunga o breve che sia, dovremo rendere conto del tempo vissuto e del nostro operato;
- Noi sappiamo che, alla sera della nostra vita, saremo giudicati sull'amore, sulla carità, se avremmo saputo scorgere il volto del Cristo in quello del fratello; tutto quello che avremmo fatto o rifiutato anche al più piccolo dei nostri fratelli lo avremmo fatto o rifiutato a Cristo stesso...
...
...Carissimi fratelli e carissimi giovani, così numerosi, anche oggi il Signore risorto, presente nella nostra assemblea radunata nel suo nome, vuole rasserenarci ed aprirci alla speranza. Al nostro cuore turbato per la perdita prematura del nostro amico Catello, dice: "Pace a voi!"
"Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?"
Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.
Non abbiate paura, io vado a prepararvi un posto accanto al Padre mio.
Dove vado io desidero che siate anche voi.
Carissimi, in questo momento di dolore, dinanzi al mistero della morte, ci inchiniamo alla volontà del Signore.
Volevamo godere ancora della presenza e dell'amicizia di Catello, ma siamo sicuri che il Signore che lo ha chiamato a se nella notte della Veglia pasquale, nella notte della risurrezione, non gli farà mancare la sua misericordia ed il suo amore.
Grazie, Catello, per la tua simpatia, la tua giovialità e la tua allegria.
Grazie, "Leone", così come ti chiamavano gli amici, per la grinta e la determinazione con cui ogni domenica scendevi in campo e lottavi su ogni pallone, senza mai risparmiarti, senza mai arrenderti.
Grazie, per la tua generosità, umanità e comportamento da leader. Grazie per la promozione che porta anche il tuo nome.
Grazie anche per il "primo miracolo" operato, che è quello di unire le varie tifoserie a lungo nemiche.
Anche ora che sei stato convocato nella squadra dei campioni, la "Champions" del cielo, Cava non ti dimenticherà mai!
Cari giovani, impegnate la vostra vita per i veri valori!
Cristo risorto, che ha vinto la morte, ed è glorioso presso il Padre, possa perdonare le tue umane fragilità e avvolgerti nella sua luce gloriosa.
La tua giovinezza possa rifiorire nel cielo.
Il Signore possa consolare il tuoi genitori Giuseppe e Maria, la tua fidanzata Rosaria ed il fratello Angelo, più di quanto non riesce a fare la nostra presenza.
Amen».
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