Tu sei qui: CronacaIn manette l'operaio spacciatore
Inserito da (admin), lunedì 7 febbraio 2005 00:00:00
Aveva nascosto l'hashish nel locale caldaia del palazzo dove vivevano la madre e la sorella, a Nocera Inferiore. Un operaio incensurato di Cava è finito venerdì sera in manette per detenzione al fine di spaccio di ben 160 grammi di hashish, già suddivisi in 25 dosi. E così, il 26enne Ciro Pace, nato e residente a Cava de'Tirreni, è finito agli arresti domiciliari. Il giovane è stato notato in un bar in via Federici, a Nocera Inferiore, nello slargo nei pressi della chiesetta di San Rocco. Il tenente Erich Fasolino e tre suoi uomini sono entrati nel locale ed hanno visto quel ragazzo non conosciuto in zona. Bisogna ricordare che Casale del Pozzo, agglomerato di case antiche attorno a via Federici, è una delle aree della città maggiormente frequentata da spacciatori. Da una prima perquisizione personale non è stato trovato nulla. I Carabinieri, non soddisfatti, sono andati a casa del giovane, in via Vitale, alla frazione Santa Lucia di Cava de'Tirreni, ma nemmeno qui hanno trovato nulla. Hanno notato, però, che tra gli effetti personali del giovane c'era un mazzo di chiavi che non apriva nessuna delle porte dell'abitazione cavese. Alla fine si è scoperto che erano di un appartamento al civico 126 di via Atzori, a Nocera Inferiore, dove abitano la nonna, le madre e la sorella di Ciro Pace. È scattata, quindi, la perquisizione nella casa nocerina. Sotto un armadietto in ferro, i Carabinieri hanno rinvenuto un tagliere e due coltelli, di quelli che si utilizzano per tagliare gli stupefacenti. In un attiguo mobiletto in legno, è stato trovato meno di un grammo di hashish. Il tenente Fasolino ha chiesto a Pace di ispezionare gli altri locali della casa ed anche il garage. Qui la sorpresa: la presenza di un locale sospetto. Dalla perquisizione del vano caldaia, tra materiali edili di risulta è saltata fuori una busta di plastica con all'interno alcune stecchette di hashish. Il blitz rientra in una più vasta operazione antidroga che ha coinvolto l'Agro nocerino e Cava de'Tirreni, con un'intensificazione dei servizi di controllo del territorio, disposta dal Comando Carabinieri Provinciale di Salerno e dal maggiore Massimo Cagnazzo, responsabile della Compagnia dell'Arma di Nocera Inferiore, che ha utilizzato anche le unità del Nucleo Cinofili Carabinieri di Pontecagnano. Pace non era noto ai militari né di Cava né di Nocera. I Carabinieri del Nucleo Operativo retto dal tenente Fasolino cercano di appurare su quale mercato fosse venduta la droga. Ciro Pace, ufficialmente operaio stagionale, è figlio di Vincenzo Pace, vicino ad ambienti camorristici della Nco, ucciso nel 1990 in un agguato di camorra mentre era su un ciclomotore, proprio nei pressi di quel bar dove il figlio è stato individuato dai Carabinieri.
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