Tu sei qui: Cronaca"Il Sogno", scoperti i nomi dei clienti
Inserito da (admin), mercoledì 3 giugno 2009 00:00:00
Imprenditori, medici, avvocati e liberi professionisti sono stati interrogati in questi giorni dai Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno, diretto dal tenente colonnello Francesco Merone, dopo il blitz nel club privè “Il Sogno” messo a punto nella notte tra venerdì e sabato scorso. Un’ampia lista di nomi è venuta fuori dalle tessere d’iscrizione e dai registri sequestrati all’interno del locale, situato in via Sante Marino nella frazione di Sant’Arcangelo.
Lunedì pomeriggio, intanto, il Gip Gaetano Sgroia ha convalidato il fermo di polizia giudiziaria per 5 persone, concedendo in via cautelare gli arresti domiciliari al 49enne salernitano Adolfo Adinolfi, al 46enne cavese Giuseppe Rispoli, al 41enne napoletano Fabio Santomarino, al 28enne paganese Vincenzo Fattorusso ed alla 47enne Gerardina Marmora di Nocera Superiore, tutti trovati in flagranza di reato ed accusati di concorso in favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Nelle prossime ore saranno interrogate anche le 15 ragazze fermate dai Carabinieri ed accusate di prestazioni sessuali a pagamento. Tra queste, giovani donne di età compresa tra i 18 ed i 25 anni, rumene e di altri Paesi dell’Est Europa, di cui 3 senza permesso di soggiorno, ma anche napoletane e sudamericane. Tutte, a quanto pare, soddisfacevano i vizietti di clienti affezionati e degli avventori di turno, partecipando a giochetti erotici ed a rapporti sessuali di gruppo, ricevendo a fine serata il pagamento di 150 euro.
Tra i clienti del Club molte coppie di giovani e di sposi, oltre ad un numeroso gruppo di uomini, attirati dal desiderio di trasgredire. Molti hanno dichiarato di non aver avuto rapporti sessuali a pagamento e di aver partecipato a scambi di coppia solo tra amici liberi e consenzienti. Altri hanno confessato di aver conosciuto il locale tramite internet, grazie a forum dove era possibile leggere i commenti compiaciuti di clienti abituali.
Adolfo Adinolfi, presidente del Club, avrebbe sottolineato che la villa non permetteva la prostituzione al suo interno e che insieme al suo vice, Giuseppe Rispoli, avrebbe solo provveduto a sottoscrivere le tessere ai soci, non conoscendo assolutamente i rapporti intercorrenti tra i clienti e le ragazze.
In realtà, la lotta tra accusa e difesa non si gioca solo sul reato di sfruttamento della prostituzione. Gli inquirenti, infatti, stanno conducendo indagini a ritmo serrato per scoprire se i nomi trovati sull’agenda siano tutti appartenenti ai clienti del club sequestrato.
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