Tu sei qui: CronacaIl Cuc di nuovo a rischio sfratto
Inserito da (admin), lunedì 20 marzo 2006 00:00:00
Di nuovo ai ferri corti Comune e Club Universitario Cavese. L'ultimo atto della querelle è un decreto ingiuntivo per canoni di locazione non pagati (l'ammontare è di 236.354,06 euro) per la sede di Viale Crispi. L'associazione, secondo il Comune, è morosa dal gennaio 1982 ad oggi. Il direttivo del Cuc ha proposto da tempo una transazione bonaria, per sanare in maniera definitiva un rapporto contrattuale che si è sempre intrecciato con le Amministrazioni comunali dal 1956 al 2000.
«A questo punto - afferma il presidente dello storico sodalizio cavese, Michele Coppola - sarà il tribunale a decidere. Hanno già provato a toglierci il Club con un'intimazione di sfratto ed il tribunale ci ha concesso una sospensiva, perché il contratto scade nel 2008. Ora ci riprovano con gli affitti arretrati, in barba ad una delibera della Giunta Fiorillo che, come per i decenni precedenti, compensava l'affitto con un contributo economico riconosciuto per la valenza sociale dell'associazione. In ogni caso, da tempo abbiamo chiesto una regolarizzazione dei canoni in base a quanto previsto per le associazioni no profit. Se questa è la risposta, non ci resta che riportare il Comune in tribunale».
Ogni Giunta comunale, infatti, ha sempre compensato l'affitto della struttura di Viale Crispi con un contributo economico, riconosciuto per la sua valenza sociale, e la disponibilità dei locali per ogni manifestazione pubblica. Nel 1956 la struttura, ex Casa del Balilla, fu restaurata con i soldi dei soci del Club (circa 4,5 milioni di lire), come pure in autogestione furono effettuate le varie ristrutturazioni, comprese quelle post terremoto.
Verso la fine del 2002, il Comune inserì il Club nei piani per il rilancio della città. Al posto dell'associazione, a cui fu offerta una sede alternativa, il progetto del sindaco Messina prevedeva la collocazione di un Ente Teatro comunale con annessa compagnia stabile, che, con la riconsegna della Manifattura Tabacchi, trasformata in sede di corsi di laurea in moda, spettacolo e scenografia attraverso una convenzione con l'Università di Palermo, doveva diventare il polo d'eccellenza della cultura cavese.
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