Tu sei qui: CronacaI ricercatori bloccano l'Università
Inserito da (admin), mercoledì 18 febbraio 2004 00:00:00
Nel giorno della contestazione a Roma, anche l'Università di Salerno, come tanti Atenei d'Italia, ha incrociato le braccia. I nuovi precari - ricercatori, docenti, dottorandi, contrattisti, assegnisti di ricerca - hanno deciso che è meglio tentare di raddrizzare la rotta di un treno che rischia lo schianto. Lezioni sospese in tutte le Facoltà, esami di profitto rimandati, sessioni di laurea annullate. A parte Giurisprudenza e qualche irriducibile stakanovista di Economia, il resto ha deciso di starsene a casa ieri mattina. Non foss'altro, per rimarcare proprio con un'assenza il peso specifico che le figure professionali messe in discussione dal ddl del ministro hanno assunto nella struttura universitaria italiana. «C'è poco da aggiungere - dichiara Antonio Moscariello, ricercatore presso la Facoltà di Economia e responsabile dei docenti della Cisl - si sta modificando e mortificando il ruolo del docente. Questo è un problema che coinvolge anche gli studenti. Forse non lo hanno ancora capito, ma è così». Un insolito clima di tensione si respira nei corridoi e nei Dipartimenti. Uno strisciante malessere generale che ha investito anche chi, come qualche professore, ha deciso di esaminare comunque i suoi studenti. Solo qualche caso sporadico, s'intende, «per dare la possibilità a chi è venuto da lontano di non vestire i panni della vittima sacrificale», spiega un giovane ricercatore mentre fuma nervosamente una sigaretta approfittando della pausa. Due le sedute di laurea della mattinata portate a termine, a Lettere e Filosofia, ma le altre due previste nel pomeriggio sono state frettolosamente annullate. «Io non sapevo nemmeno - ammette candidamente Raffaele Tecce, dottorando alla Facoltà di Giurisprudenza - che ci fosse lo sciopero. Comunque sia, stamattina c'erano delle sessioni d'esame da portare a termine e così è stato. Almeno qui». Le adesioni in massa si sono registrate ad Ingegneria e Farmacia. Idem per Lingue e Letterature Straniere e per Scienze Politiche. Facoltà fantasma per un giorno, in attesa di ricevere da Roma notizie confortanti. Sono da poco passate le 17: la delegazione salernitana giunta nella capitale sta lentamente marciando verso il Ministero. «Abbiamo preso parte al coordinamento nell'aula magna della Sapienza - dice Patrizia Lamberti, presidente dell'Adi, l'associazione dei dottorandi di Salerno - al termine del quale è stato sottoscritto un documento comune da sottoporre al ministro. L'intenzione - aggiunge - è quella di far slittare di una settimana l'inizio delle lezioni del secondo semestre nel caso in cui non riuscissimo a trovare un compromesso con la Moratti». Un disagio avvertito in maniera quanto mai vibrante, che presta il fianco alla critica aspra di Diego Barletta, ricercatore di Ingegneria Chimica: «Siamo costretti a vivere in una sorta di limbo. Si sta facendo di tutto per precarizzare la figura del ricercatore e disincentivare i giovani a proseguire il proprio percorso professionale all'interno dell'Università». Sulla stessa lunghezza d'onda Carmine Pinto, dottorando alla Facoltà di Lettere e Filosofia: «Se passa il decreto, allora questo sarà un invito ai giovani a lasciare l'Università».
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