Tu sei qui: CronacaI motivi della dura condanna per Bove
Inserito da (admin), venerdì 5 giugno 2009 00:00:00
Sono state depositate ieri mattina le motivazioni della sentenza che ha condannato in primo grado, per esercizio abusivo di professione, Vincenzo Bove, presidente della Metellia Servizi, società che si occupa della gestione delle aree di sosta a Cava de’Tirreni.
“La gravità dei fatti si evince dalle modalità insidiose della condotta e dalla delicatezza dell’attività esercitata abusivamente, che può incidere, in maniera anche irreversibile, sui fragili meccanismi psichici”, recita la sentenza, in virtù della quale Bove è stato condannato ad 1 anno e mezzo di reclusione, con pena sospesa, al pagamento di una pena pecuniaria pari a 315mila euro ed alla sospensione della professione di assistente sociale.
Tutto ha avuto inizio nel 2002, quando un giovane napoletano, R.M., denunciò Vincenzo Bove, assistente sociale e presidente dell’Associazione Onlus per il recupero dalla tossicodipendenza “Adress”, per esercizio abusivo della professione di psicologo e pranoterapeuta
L’accusa è basata sulla sottoposizione del giovane napoletano ad un programma di terapia analitica praticata senza essere in possesso dei dovuti requisiti. Bove avrebbe ricevuto dei compensi pari a 40 milioni del vecchio conio, pagati in contanti. All’associazione “Adress” risulterebbero versati, però, solo assegni per un valore di 8mila euro.
«E’ assurdo - ha dichiarato Bove - la sentenza non è entrata sino in fondo nel merito, né sono state tenute in considerazione le testimonianze di altri ex tossicodipendenti recuperati alla vita sociale grazie all’impegno dei professionisti dell’associazione. R.M. non ha voluto seguire sino alla fine il percorso di recupero e giustifica il suo fallimento accusando me».
Si attendono, a questo punto, i prossimi risvolti della vicenda in sede d’appello, essendo Bove intenzionato a presentare ricorso contro la dura sentenza.
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