Tu sei qui: CronacaGli ambulanti diffidano Messina
Inserito da Il Salernitano (admin), lunedì 3 marzo 2003 00:00:00
Gli ambulanti metelliani diffidano il sindaco Alfredo Messina. Motivo della querelle, presunte irregolarità nell'assegnazione dei posteggi di vendita al pubblico e, più in dettaglio, la politica attuata dall'Amministrazione comunale, che favorirebbe, contro legge, alcuni venditori ambulanti. La denuncia arriva da ben 40 ambulanti, che, tramite l'avvocato Marco Senatore, hanno presentato, sabato scorso, un esposto-diffida al sindaco Messina, all'assessore al Commercio, Fabio Siani, ed al dirigente preposto, Maurizio Durante. Spieghiamo brevemente i fatti che hanno portato a questa dura presa di posizione. I 40 ambulanti, aventi come primo firmatario della diffida Vincenzo Milito, dotati di regolare autorizzazione e posteggio per l'esercizio del mercato del sabato, mettono in risalto che 6 ambulanti, non beneficiari di posteggio per il sabato, hanno usufruito, invece, di autorizzazioni stagionali rilasciate da Messina. Autorizzazioni che, però, non prevedono l'abilitazione alla partecipazione del mercato settimanale del sabato, anche perché non vi sono posti disponibili. Va segnalato, inoltre, che eventuali nuove aree vanno comunicate al competente Ufficio della Regione Campania, cosa che gli amministratori cavesi non hanno fatto. Ma il nodo della questione è legato al fatto che le autorizzazioni stagionali non possono essere rinnovate, in quanto tale azione è in palese contrasto con la vigente normativa. Dunque, Messina starebbe operando raggirando le leggi, anche in considerazione della mancanza di posteggi vacanti. Inoltre, il rilascio delle stesse autorizzazioni stagionali risulterebbe illegittimo per la superficialità con cui è stato seguito l'iter burocratico. Per tutti questi motivi, i 40 ambulanti diffidano il primo cittadino a revocare le suddette autorizzazioni stagionali ai 6 ambulanti ed a non concedere rinnovi, in quanto vietati dalla legge. Una questione che potrebbe portare il sindaco Messina nuovamente al cospetto delle aule di un tribunale, in quanto i fatti esposti palesano un evidente reato di abuso d'ufficio.
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