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Cronaca

Giovani e colti, l'identikit dei pedofili

Inserito da (admin), giovedì 26 maggio 2005 00:00:00

Hanno entrambi sui 30 anni i due cavesi denunciati nell'ambito dell'operazione "Video privè", avviata dalla Procura di Siracusa. Uno dei due è stato già coinvolto in una precedente inchiesta sulla pedofilia, ma è riuscito a cavarsela con il patteggiamento. Dopo quella brutta esperienza, molti erano convinti che il giovane, laureatosi da poco, avesse messo da parte questa sua "passione". Almeno fino all'altro giorno, quando in tanti hanno visto la sua abitazione "assediata" dalla Polizia. Entrambi i ragazzi appartengono a "buone famiglie". Sono figli di persone note, entrambi avviati alla carriera di liberi professionisti, come i loro genitori. Vivono a ridosso del centro cittadino e sono molto esperti di informatica. Uno dei due lavora con internet. Amici di infanzia, secondo indiscrezioni abiterebbero nello stesso palazzo. Per loro, dunque, la "rete" non avrebbe segreti. Tanto da riuscire a collegarsi con l'url di un Paese asiatico non ufficializzato in rete. Ora gli investigatori passeranno in rassegna i "cervelloni" dei loro computer per verificare se i due cavesi, così come gli altri denunciati, si siano collegati anche ad altri siti pedo-pornografici. Le indagini degli inquirenti, dunque, continuano, come anche i controlli, 24 ore al giorno, da parte dei volontari di "Telefono Arcobaleno", che hanno individuato e denunciato il sito in questione. Questa operazione, intanto, apre le porte a nuove polemiche. Soprattutto da parte del presidente dell'associazione "Telefono Arcobaleno", Giovanni Arena, il quale non solo ritiene indispensabile una rivisitazione della legge con un inasprimento delle pene, ma suggerisce anche di considerare con maggiore attenzione la crescita della domanda di pedo-pornografia in Italia, tale da porre il nostro Paese tra i primi posti nella classifica mondiale. «Il numero di accessi ai siti internet pedo-pornografici è stato tale da costituire una fetta pari all'1,99% nel circuito internazionale pedo-business - commenta Arena - il che attesta l'Italia all'ottavo posto. Una posizione che sale di un gradino per quanto riguarda l'accesso alle ben note bacheche, quelle a cui si rivolgono gli aficionados, con una percentuale del 2,25. E quando la domanda è così alta, è chiaro che anche l'offerta si eleva. Il sito che abbiamo denunciato al Nucleo investigativo telematico, da cui è nata l'operazione "Video privè", tutto italiano e frequentato da italiani, aveva una media di 20mila contatti al giorno, con picchi fino a 35mila». Secondo i volontari di "Telefono Arcobaleno", il pedo-business va affinando sempre più i propri metodi ed i sistemi per dissimulare il proprio ricco mercato. Riesce ad infiltrare la promozione di siti pedofili a pagamento non solo contaminando spazi e servizi internet ignari e totalmente estranei, ma anche intensificando l'uso dei masked files, distribuendo il materiale pedo-pornografico in file dissimulati e protetti, pubblicati su multiformi servizi di storage presenti su internet e resi noti con il passaparola virtuale, anche questo protetto e nascosto. «Riuscire a ricostruire tale percorso e rintracciare i siti in questione - conclude Arena - diventa ogni giorno più arduo e solo operatori specializzati come i nostri riescono a raggiungere l'obiettivo. Lo dimostrano i numeri relativi alle nostre denunce, che nel solo anno appena chiuso ammontano a poco meno di 20mila». "Telefono Arcobaleno" si costituirà parte civile nel processo a carico degli indagati.
No al patteggiamento
«Non deve più accadere che condannati per reati di pedofilia o pedo-pornografia on line tornino a svolgere attività che li mettono a contatto con ragazzi e bambini»: lo afferma il ministro per le Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, commentando l'inchiesta di Siracusa, che vede fra gli indagati anche sacerdoti, ex insegnanti e gestori di palestre. «Nella nuova legge contro la pedofilia - spiega il ministro - è stata prevista l'interdizione perpetua da ogni incarico di insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni incarico in istituzioni o strutture prevalentemente frequentate da minori. Il provvedimento prevede anche l'esclusione dal patteggiamento per i reati puniti con pene detentive superiori a 3 anni ed è opportuno reinserire fra i reati non ammessi al patteggiamento anche la detenzione, cessione ed offerta di materiale pedo-pornografico».

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