Tu sei qui: CronacaEx Despar, lavoratori allo sbando
Inserito da La Redazione (admin), martedì 8 marzo 2011 00:00:00
Creditori di loro stessi: è il paradosso della situazione che potrebbe riguardare i circa 400 dipendenti dell’ex gruppo Despar, per i quali non sono ancora scattati gli ammortizzatori sociali previsti dalla cassa integrazione per crisi aziendale. Dopo la disposizione di restituzione dei 24 punti vendita gestiti in Campania dalla “2C”, emessa dalla curatela fallimentare ed indirizzata agli imprenditori casertani Catone e Caputo, i lavoratori che erano ritornati all’attività vedono ora seriamente complicarsi il proprio destino.
Come sostenuto dal segretario generale della Cgil di Salerno, Franco Tavella, attualmente i lavoratori non risulterebbero essere né dipendenti della società degli impresari di Caserta, né beneficiari della mobilità prevista per la crisi aziendale che ha colpito la Holding D’Andrea Company, di cui Gds e Cavamarket facevano parte. Ed a rendere ancora più incredibile la loro situazione sarebbe l’eventualità, tanto prospettata, di unire al danno del licenziamento l’ulteriore presa in giro della circostanza che il tutto verrebbe fatto per tutelare la loro posizione di creditori privilegiati del gruppo.
Nello specifico, Franco Tavella punta il dito contro i curatori fallimentari Giovanni Alari e Giacomo Sorrentino, rei a suo dire di aver riscontrato nella situazione giuridica dell’ex patron Della Monica (ora agli arresti domiciliari per il crac Alvi) l’impossibilità di procedere all’elargizione della Cig, dopo aver inizialmente promesso la gestione in proprio dei market.
Un nuovo incontro che possa cercare di fare un po' di luce sulla vicenda è la richiesta degli organi confederali, che nei giorni scorsi hanno invocato la convocazione di un vertice a Palazzo Sant’Agostino, a Salerno. Confusi anche per la questione “serrande” (in Campania al momento sono stati chiusi tutti i punti vendita afferenti a Cavamarket, mentre per gli ex Interspar ed Eurospar si procederà prima all’esaurimento delle scorte in magazzino), i sindacati hanno dichiarato la loro intenzione a mettere in campo tutte le forme di protesta utili e necessarie per la difesa dei diritti dei lavoratori coinvolti.
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