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Cronaca

Eurocaffè, la monetina circola veloce nei bar

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 8 gennaio 2002 00:00:00

È stato il regalo più gettonato: le monetine dell'euro, quelle vere e quelle di cioccolato, specie nelle calze della Befana, l'hanno fatta da padrone, ma è in questi giorni la vera prova del nove. «Devo dire - dichiara Loredana Senatore - che pensavo peggio. Come tutti, mi sono attrezzata con il convertitore, ma alla fine lo sto usando poco. Bisogna pur dare un po' di fiducia ai commerciati, altrimenti si perde il cervello. Quando posso, utilizzo il bancomat, così non ho problemi». «Non vogliamo truffare nessuno - sbotta Antonio Trotta del bar Punto Blu - Ho piazzato un euroconvertitore sulla cassa, così i miei clienti possono vedere subito prezzo e resto».

Contro i furbi

Contro i furbi il Nucleo antitruffa dei vigili. «Sono 10 tra sottufficiali ed agenti - dichiara il comandante Giuseppe Formisano (nella foto in alto) - che a dicembre hanno seguito un corso presso la scuola regionale della Polizia municipale. In caso di dubbi ci si può rivolgere ai numero: 80027922 - 800210303». Al momento non si registrano telefonate, segno che grossi problemi non ce ne sono. Neppure tra i turisti dell'azienda agrituristica "Il Casone". «Negli ultimi 3 giorni - dichiara Alfonso Bove - abbiamo registrato un incremento dei pagamenti in euro. Circa il 60% dei clienti che vengono, soprattutto dal Nord, ci paga in euro. Per agevolare i cambi arrotondiamo i prezzi due volte, prima quello in lire e poi quello in euro, per fare conto pari, naturalmente a favore dei clienti».

I più tartassati

I più tartassati sono i giocatori, sia del Lotto che del Totocalcio. «Tutti i giochi del Coni, schedina ed altro, sono aumentati - dice Michela Rinaldi, della Ricevitoria Sportiva - mediamente del 20%. Le macchinette danno solo cifre in euro, quindi siamo costretti a fare molta attenzione nei cambi e questo allunga enormemente i tempi di attesa, anche per le richieste di verifica dei prezzi da parte dei clienti». Più confidenza con i soldi ce l'ha chi con essi ci lavora tutti i giorni. «Siamo abituati dal 1999 all'euro. Titoli ed azioni - dichiara Aniello Cangianiello, promotore finanziario - si negoziano, infatti, da tempo nella nuova moneta. Comunque, ai nostri clienti per le festività abbiamo, ovviamente, regalato gli euroconvertitori, ma parecchie richieste di opuscoli informativi le abbiamo avute da alunni di scuole elementari e medie». Babbo Natale e Befana hanno lavorato molto per accontentare tutti ed anche loro hanno dovuto fare i conti con l'euro. «Durante le nostre animazioni nelle festività - dichiara Matilde Salsano di Incantesimo - proprio su richiesta delle mamme, nel consegnare i doni ai bambini abbiamo distribuito monete di euro di cioccolata, ma anche monetine vere per abituare pure i più piccoli a familiarizzare con la nuova moneta». Caramelle, dolci e giocattoli sono stati tra gli acquisti maggiori. «Quasi tutti hanno pagato in lire - dichiara Ines Amabile De Pisapia - anche per liberarsi delle vecchie monete. Oggi circa il 25-30% utilizza l'euro. Sono soprattutto i giovani che ne fanno uso; qualche resistenza, invece, da parte degli anziani». Non sono mancate le file davanti alle banche ed alle Poste. La doppia circolazione crea i maggiori problemi, fanno sapere dalla direzione cavese delle Poste, il che costringe alla doppia contabilità. I disagi maggiori soprattutto nei resti, oltre che nei pagamenti delle pensioni, che devono essere per forza in euro. In ogni caso, a Cava le Poste registrano un primato: il bancomat è stato il primo ad erogare euro.

Il cambio dopo la tazzina

«Le monetine sono troppo piccole - dichiara Espedito Casaburi del Respighi - e si confondono facilmente. Se si fosse passato direttamente all'euro sarebbe stato meglio. Nel complesso, finora solo il 30% circa dei clienti paga già in euro». «Il caffè al bar - dice Luigi Adinolfi - è una delle maggiori occasioni per cambiare le vecchie lire. In questo periodo, poi, ancora di più noi clienti possiamo verificare la differenza di prezzo tra un bar e l'altro. Oltre ad essere un buon metodo per familiarizzare, specialmente con le piccole monete, nel conteggiare i resti»

Meglio il referendum

«Avrei preferito un referendum - dice Maurizio Ferrara (nella foto), del Bar Sportivo - Io non sarei stato d'accordo. Tutti dicono di aver capito e invece nessuno ha capito niente e si perde un sacco di tempo. Per facilitare i conti, da noi il caffè costa 50 centesimi e, quindi, al di sotto delle 1000 lire di prima».

Una proroga inutile

«Non mi lamento: il prezzo - dichiara Enrico Papalino, del Caffè di Cava de' Tirreni - è di 60 centesimi ed il 50% dei clienti paga già in euro. Sarebbe stato più comodo se, però, si fosse subito adottata la nuova moneta, così come in Germania: si sarebbe evitata molta confusione».

Più vantaggi ai clienti

«Bisogna togliersi dalla testa le lire - dice Angelo Di Donato, del Bar Roma - Comunque, dare il resto per i 60 centesimi del caffè è più facile agli anziani, che ricordano i vecchi centesimi di lira, che ai giovani. Nella conversione abbiamo avvantaggiato la clientela».

Eravamo già pronti

«Grossi problemi - dichiara Renato Lamberti del Caffè Lucia - non ci sono stati. Ci siamo attrezzati per tempo con convertitori e registratore di cassa. In ogni caso, per evitare problemi, abbiamo adottato questo metodo: chi paga in euro ha il resto in euro e chi in lire lo riceve in lire».

Più attenti al resto

«Da noi pagano soprattutto in euro - dice Nunzio Attanasio, della caffetteria pasticceria Excelsior - forse anche per la curiosità». «Non manca - ribatte Lucia Madio - un controllo più attento nei conti, specie per il resto. Il prezzo, comunque, non è aumentato, anzi: il nostro caffè costa 52 centesimi».

Le monetine, che odio

«Con queste monetine è un esaurimento. La doppia circolazione - dice Massimo D'Ambrosio del Roxy Bar - crea solo problemi e ci costringe a perdere molto tempo nel dare spiegazioni e rassicurare i clienti sul prezzo, che è di 60 centesimi, e sul resto. Comunque, anche chi paga in lire riceve il resto in euro».

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