Tu sei qui: CronacaEuro falsi, caccia ai complici del piazzista
Inserito da (admin), giovedì 30 settembre 2004 00:00:00
Non ci sono dubbi. Il professionista cavese, arrestato con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla falsificazione ed alla messa in circolazione di euro nell'ambito di una vasta operazione chiamata "Easy Money", che ha coinvolto l'Italia dal Nord al Sud, aveva dei complici in città ed in altri punti strategici della provincia. Ne sono più che convinti i Carabinieri del Comando Provinciale di Varese e del Noam di Roma che hanno dato il via alle indagini, conclusesi con la scoperta di una mega-organizzazione con basi nella zona del Lago Maggiore e con ramificazioni in tutto il territorio nazionale, Campania compresa. Braccio operativo dell'organizzazione con sede a Baveno, in Lombardia, una vera e propria filiale controllata da un capo-area e legata da amicizie, affari di vecchia data e parentele, che avrebbe agito per spacciare le banconote false fabbricate con abile maestria in un seminterrato dove si trovava l'azienda lombarda finita nel mirino dei militari. Una micro-organizzazione locale controllata dal professionista cavese, arrestato lunedì mattina, e da altri complici, alcuni dei quali già finiti sul registro degli indagati. Su tutti pesa l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione ed alla messa in circolazione di euro. A rafforzare quest'ipotesi investigativa sarebbero saltati fuori nuovi elementi, alcuni di questi collegati alla stessa attività commerciale dell'arrestato, sulla cui identità gli inquirenti continuano a mantenere lo stretto riserbo per non pregiudicare l'esito delle indagini. I Carabinieri, dopo i primi accertamenti sull'attività professionale del falsario cavese, hanno indicato come probabile una rete di conoscenti legati da rapporti di lavoro, che sarebbe servita come copertura e come canale preferenziale per lo spaccio delle banconote false. Presto gli inquirenti, sulla base anche di riscontri e di alcune testimonianze, hanno allargato le indagini, intuendo che le persone potessero essere più di una. In queste ore l'attività investigativa si sarebbe concentrata sui titolari di alcune attività commerciali e di piccole aziende, così come sui possibili movimenti commerciali messi in atto per far circolare gli euro abilmente falsificati nella sede lombarda. Al momento, non ci sono nuovi provvedimenti giudiziari: si è fermi ai 10 arresti ed alla lunga lista di persone indagate. A questo punto, l'intero puzzle sembra più chiaro: il professionista cavese finito in manette svolgerebbe un'attività di intensi rapporti con il Nord Italia. L'affare dei soldi falsi sarebbe partito proprio da una sua trasferta in Lombardia. Al cavese sarebbe stata assegnata un'intera area, quella che comprende la Campania ed altri territori limitrofi del Sud Italia. Lui è addetto allo spaccio di banconote di piccolo taglio. Il sistema è sempre lo stesso: somme piccole per non dare troppo nell'occhio. I traffici illeciti dovevano essere ben camuffati dai giri di affari usati come copertura. Per portare avanti l'affare ci sarebbe stato l'aiuto di più di un complice.
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