Tu sei qui: CronacaDi Mauro, priorità ai lavoratori
Inserito da (admin), mercoledì 25 ottobre 2006 00:00:00
Prima l'occupazione dei lavoratori e dopo le manovre urbanistiche. Questo il monito lanciato dalla Cgil, preoccupata dalle tante voci che si rincorrono sul destino dell'area di via XXV Luglio e sui lavoratori superstiti. «Chiediamo al sindaco - afferma Franco Tavella, segretario generale Cgil - di subordinare eventuali ipotesi di riconversione dell'area alla soluzione dei problemi occupazionali». A conclusione del concordato preventivo, infatti, dopo la vendita di macchinari e suolo, a guadagnarci rischia di essere solo la proprietà. «Dal quadro emerso dal concordato preventivo della Di Mauro - rivela Tavella, segretario generale Cgil - risulta un attivo di circa 2 milioni di euro, che rimane tale anche dopo aver saldato i debiti dei fornitori. Paradossale condizione, quindi, nella quale gli unici a subire danni evidenti dalla chiusura della Di Mauro sono i lavoratori».
E proprio dai lavoratori arrivano le disperate voci di aiuto. A fine novembre scade la cassa integrazione straordinaria e si sta combattendo su tutti i fronti per ottenere la cassa integrazione in deroga, che permetterebbe una relativa tranquillità economica in attesa che si concretizzino progetti imprenditoriali di riconversione dell'area. E qualche cosa si muove. Per il momento ci sarebbe uno studio particolareggiato, con annesso piano finanziario che sfiorerebbe i 30 milioni di euro, per la realizzazione di una galleria commerciale, con annessi uffici, garage e l'impegno di assicurare un posto di lavoro per una quarantina dei 78 ex dipendenti rimasti.
Intanto, proprio ieri mattina, la Rsu ed i sindacati hanno sottoscritto un documento con il quale non accettano lo spettro della mobilità, nel caso in cui, entro la fine di novembre, con la formalizzazione del licenziamento da parte dell'azienda, non ci sia l'inserimento tra i cassi integrati in deroga, che però è sottoposto anche alla presentazione di un progetto industriale o commerciale che sia, ma che garantisca il ministero sulla possibilità di ricollocazione di tutto o gran parte del personale. La preoccupazione della Cgil è di dover assistere all'ennesima speculazione ai danni dei lavoratori. «Si rischia di ripercorrere uno schema - avverte Tavella - che ha tanto danneggiato il territorio. Attenzione alle possibili ricadute di carattere speculativo, rappresentate da un valore economico attribuito ad un'area che da industriale si trasformerebbe in commerciale».
Gravagnuolo: «Siamo con le maestranze»
Il primo nodo da sciogliere sul destino della ex Di Mauro dovrà essere la definizione dell'area tra D1 e D2 (industriale o commerciale). Ed a deciderlo dovrà essere il Consiglio comunale. «Il nostro orientamento sull'errore tecnico riscontrato su due distinte mappe - afferma il sindaco Gravagnuolo - è verso una definizione commerciale di quell'area. Atteso che è impensabile che ci possa essere una ricollocazione industriale praticamente nel centro urbano della vallata, con evidenti ricadute di carattere ambientale».
Sulle preoccupazioni della Cgil porte aperte del primo cittadino: «Abbiamo sempre mantenuto il dialogo con i sindacati e con i lavoratori. Ed è la nostra priorità la salvaguardia dei posti di lavoro degli ex dipendenti della Di Mauro. E' pur ovvio, però, che non esiste in termini di legge la possibilità di un'Amministrazione di adottare strumenti urbanistici subordinandoli a liste di assunzione. Abbiamo, invece, chiesto al tribunale fallimentare di prevedere una premialità cospicua nel bando o nelle procedure di vendita dell'area verso chi si impegna ad assumere i lavoratori». L'aspetto positivo, intanto, è che interessi imprenditoriali intorno all'ex Di Mauro ci sono. «Chiunque diventerà proprietario dell'area - avverte Francesco Musumeci, assessore alla qualità dello Sviluppo - deve tener presente che la prima preoccupazione del sindaco è la tutela dei lavoratori». Ma è in ballo anche una buona fetta di sviluppo della città. «Il nostro invito verso tutti gli imprenditori - spiega Musumeci - è di non sottrarsi ad un impegno che può essere una seria occasione di crescita della nostra comunità».
La questione Di Mauro, intanto, crea anche fibrillazioni politiche, dopo che il capogruppo della Margherita, Antonio Barbuti, ha lanciato l'idea di un osservatorio sul destino dell'ex poligrafico cavese. «Non credo sia opportuno - obietta il capogruppo di Rifondazione Comunista, Antonio Armenante - la creazione di osservatori di qualsiasi genere, seppur legittimamente proposti, in quanto il sindaco è il naturale interlocutore e garante, e sicuramente, come dovuto, si rapporterà sulla questione con la conferenza dei capigruppo, gli assessori, i consiglieri comunali, così come si sta già facendo anche con i sindacati e la Rsu della Di Mauro». Altrettanto chiaro anche il primo cittadino: «Non so cosa si vuole osservare. Il Consiglio comunale è la naturale sede di discussione e di confronto politico».
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