Tu sei qui: Cronaca"Di Mauro", Della Monica manterrà le promesse
Inserito da (admin), martedì 6 ottobre 2009 00:00:00
Tempestiva la risposta di Antonio Della Monica, amministratore del Gruppo Cava Market, alle richieste degli ex dipendenti dell’azienda “Arti Grafiche Di Mauro”.
Al momento del fallimento del poligrafico, Della Monica aveva sottoscritto la promessa di riassorbire i dipendenti superstiti nelle aziende della holding. Dopo l’assunzione di alcuni operai, il progetto di riqualificazione aveva subito forti rallentamenti per il necessario perfezionamento dell’iter burocratico, ancora fermo alla Regione, per la variante della destinazione d’uso dell’ex area industriale.
«Adempirò all’impegno che ho preso in prima persona, ma tengo a sottolineare che nessun vincolo contrattuale mi obbliga ad assumere il personale dell’ex opificio», ha asserito l’imprenditore, ribadendo la sua disponibilità a reinserire i circa 70 ex dipendenti delle “Arti Grafiche Di Mauro” nelle attività produttive di sua proprietà esistenti in tutta la Provincia di Salerno.
È un impegno di tipo morale, quello che Della Monica è chiamato a rispettare. Il patron di Cava Market ha rassicurato, in questo modo, i lavoratori che a dicembre si troveranno senza sostegno al reddito, a conclusione di tre anni di mobilità.
Anche l’Amministrazione comunale dovrà giocare un ruolo importante per la risoluzione del problema. La costruzione di un piccolo centro direzionale nell’area occupata dall’ex opificio, infatti, darebbe occupazione agli ex dipendenti, ma è subordinata all’approvazione di una variante al Piano Urbanistico Territoriale.
Della Monica avrebbe già commissionato il progetto all’architetto giapponese Kengo Kuma, che però sarebbe irrealizzabile secondo i vincoli imposti dal PUT.
L’Amministrazione comunale ha tentato di aggirare l’ostacolo appellandosi all’art. 13 della Legge Regionale del 2007, che prevede la deroga al Piano qualora sussistano interessi pubblici rilevanti. Il progetto dell’architetto Kuma si trova ora al vaglio degli uffici regionali, che dovranno approvare la variante. Solo in questo modo si potrà fare un passo in avanti per risolvere la preoccupante situazione occupazionale dei dipendenti.
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