Tu sei qui: CronacaCorteo ultrà, 5 minori a giudizio
Inserito da (admin), venerdì 11 novembre 2005 00:00:00
Avrebbero preso parte al corteo contro la Polizia. Secondo gli investigatori, erano tra i 58 ultrà della Cavese che avrebbero istigato alla violenza contro gli agenti. Due minori - G.S., difeso dagli avvocati Lanzi e Bisogno, e G.M., difeso dall'avvocato Pierro - sono stati assolti. Gli altri 5 inizieranno il processo il prossimo maggio. A deciderlo il Tribunale dei Minori. Nel corso dell'udienza preliminare, il Gup Zotti ha rinviato a giudizio 5 minori, imputati con l'accusa di adunanza sediziosa e vilipendio nei confronti delle forze di Polizia, mentre per gli altri 2 ha deciso per il non luogo a procedere. L'inchiesta partì all'indomani del corteo non autorizzato del 30 novembre 2004. La manifestazione fu organizzata per ribellarsi alla decisione di diffidare in blocco 60 ultrà, per i fatti accaduti nella precedente trasferta di Isernia. In quell'occasione, da un pullman di tifosi biancoblù fu lanciata una pentola, finita poi sul finestrino di un'auto di passaggio. Un gesto folle, che portò al ferimento di alcune persone ed alla denuncia con diffida degli ultrà presenti sui pullman, vista l'impossibilità di identificare l'autore. La vicenda provocò una ridda di polemiche, culminata in un corteo non organizzato. Stando alle tesi dell'accusa, nel corso della manifestazione i tifosi avrebbero istigato alla violenza contro gli agenti di Polizia, esibendo striscioni e scritte offensive. Nei giorni seguenti gli uomini del Commissariato locale perquisirono le abitazioni di ben 58 tifosi, sequestrando striscioni, volantini, sciarpe ed anche videocassette. Nel gruppo di supporter della Cavese denunciati, anche una decina di ragazze poco più che 20enni, oltre a 7 minorenni. Gli avvocati dei giovani tifosi fecero ricorso contro i sequestri eseguiti nel corso delle perquisizioni. «Quanto è stato prelevato dalle abitazioni dei nostri assistiti - precisarono all'epoca delle perquisizioni - non ha alcuna pertinenza con i fatti contestati. Nelle loro case hanno portato via di tutto, anche giubbotti, foto e sciarpe, che non rappresentano uno strumento di istigazione alla violenza». Intanto, continua anche il processo per gli scontri nel corso della partita Cavese-Catania del 1999, segnata dal tragico lancio di un razzo che colpì all'occhio, ferendola, la giovane Paola Raia. Nel corso dell'ultima udienza sono stati ascoltati tutti i testi dell'accusa, gli agenti verbalizzanti e le persone ferite, costituitisi parte civile. Le Forze dell'Ordine avrebbero riconosciuto alcuni degli imputati come partecipanti agli scontri del dopo partita tra tifosi della Cavese e forze di Polizia, ma non avrebbero individuato chi materialmente aveva lanciato gli oggetti ed i sassi che hanno poi provocato le ferite. Il processo è stato rinviato al prossimo 29 novembre. In quella data saranno ascoltati i testi della difesa.
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