Tu sei qui: CronacaConsorzio di Bacino Sa1, una crisi dai 30 milioni di motivi
Inserito da (admin), venerdì 24 aprile 2015 00:00:00
Comuni che non pagano, mancanza di flussi finanziari, impossibilità di investimento e di arricchimento d’organico. Sono solo alcuni dei problemi che il Consorzio di Bacino Sa1, in liquidazione sotto la guida del commissario Fabio Siani, si trascina dietro da anni. Costituito nel 1995, ai sensi della Legge Regionale 93/10, comprenderebbe 20 Comuni, per un bacino di utenza di circa 400mila abitanti: Angri, Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Castel San Giorgio, Cava de’ Tirreni, Corbara, Fisciano, Mercato San Severino, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Pellezzano, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, Sant’Egidio del Monte Albino, San Valentino Torio, Sarno, Scafati e Siano.
Il condizionale è d’obbligo, perché nel tempo non tutte le Case comunali hanno voluto usufruire delle attività consortili. A detta del commissario liquidatore, Fabio Siani, questa è stata una delle cause del fallimento. Al 2000 alcuni Comuni avevano già costituito o aderito a società miste o a totale capitale pubblico per la gestione del ciclo della raccolta dei rifiuti solidi urbani: Cava de’ Tirreni, Nocera Inferiore, Pagani, San Valentino Torio (Se.T.A. S.p.A.), Mercato San Severino (Ge.Se.Ma. S.p.A.), Scafati (A.c.s.e. S.p.A.), Fisciano (Fisciano Sviluppo), Baronissi (Salerno Pulita S.p.A.), Pellezzano (Pellezzano Servizi). Altri costituiscono società successivamente: Pagani (Multiservice S.r.l. nel 2002), Angri (Angri Eco Servizi nel 2002).
«Il Consorzio ha difficoltà enormi dovute al fatto che siamo sotto organico dappertutto - spiega Fabio Siani - Dal 2009 non possiamo fare più assunzioni: la norma ce lo impedisce. Le persone sono andate in pensione; c’è chi si è ammalato e non può svolgere le attività, per cui abbiamo dovuto metterlo su servizi non più operativi; poi ci sono le persone che abbiamo licenziato e quelle decedute. L’organico da 270 è arrivato a 225. Teniamo conto che il bacino è costituito da 400mila abitanti. Tuttavia alcuni Comuni, sebbene obbligati a servirsi delle strutture consortili, hanno preferito usufruire di società autonome e questo è un ulteriore danno per il Consorzio».
Secondo Siani, molti sarebbero i Comuni ad aver maturato elevati debiti: circa 30 milioni di euro. «Non posso fare investimenti strutturali. Se devo acquistare 10 camion - aggiunge il commissario Siani - non posso farlo. La verità è che non è possibile che una società del genere possa rimanere in liquidazione per 5 anni. Se incassassimo il 50% di questi soldi, avremmo risolto i problemi ed andremmo avanti per due anni. Deve costituirsi l’Ato. Salerno è l’unica provincia a non averlo costituito. Il rallentamento è dovuto alla polemica tra De Luca e Caldoro».
Sulla questione interviene anche il sindaco Marco Galdi: «Il Consorzio ha dei costi eccessivi. Utilizza un personale esorbitante rispetto a quello che sarebbe necessario, soprattutto ove potesse esserci un gestore unico». Sulle difficoltà economiche, il primo cittadino afferma che «ci sono somme contestate fra Comune e Consorzio. Abbiamo fatto i conti che, se l’attività del Consorzio fosse svolta dalla nostra società “in house”, risparmieremmo 750mila euro l’anno. Il problema è che il Consorzio dà il lavoro ai disoccupati del Napoletano e la provincia di Salerno diventa terra di conquista».
A prendere una posizione più vicina a Siani è il sindacalista Rsu Uil Trasporti, Marcello Marra: «Le pecche sono da parte dei Comuni, alcuni dei quali da circa 10 anni non pagano i canoni mensili. Pagani deve darci circa 13 milioni di euro, 2 milioni circa Nocera Superiore, 3 milioni Sant’Egidio. In questo modo è normale avere carenze strutturali».
Davide Speranza
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