Tu sei qui: CronacaCompostaggio, quando Cava disse no
Inserito da (admin), venerdì 14 marzo 2008 00:00:00
Verso l'inizio del millennio, mentre l'emergenza rifiuti conosceva l'impennata periodica, Salerno e Cava, come altre città, persero l'occasione di entrare fra le "giuste" della lotta all'immondizia. Le storie sono diverse, il risultato è identico: la perdita di un impianto per il compostaggio per il trattamento della frazione umida, la più fastidiosa.
Dunque, era l'anno 2001. La storia di Cava ha cominciato a raccontarla Giulio Facchi, sub-commissario all'emergenza rifiuti fra il '98 ed il 2004, attualmente imputato nel processo napoletano che coinvolge anche Bassolino. Ieri il Corriere del Mezzogiorno raccoglieva le sue dichiarazioni sui moduli di compostaggio acquistati e mai installati. «Fu colpa dei Comuni - affermava sostanzialmente Facchi - che prima li chiesero e ce li fecero acquistare, poi si tirarono indietro». La lista di Facchi comprende Salerno, San Cipriano Picentino, Albanella e soprattutto Cava, «il caso più grottesco».
I fatti risalgono all'inverno-primavera del 2001, vigilia di elezioni. Il sindaco è Raffaele Fiorillo, ancora oggi presidente del Consorzio di Bacino Salerno 1. «Eravamo nuovamente nell'emergenza - ricostruisce Fiorillo - e molti Comuni si misero in fila per fare gli impianti di biocelle, chiusi e con l'impatto ridotto al minimo. Il Commissariato voleva fare strutture di dimensioni ridotte in tutta la Regione». Gli amministratori individuano un'area comunale nella zona di Monticelli, vasta sì, ma con un precedente: «C'era stato l'inceneritore». E la gente protesta. «Ci andai a parlare, ma ero alla fine dei due mandati e tutti mi facevano notare che presto non sarei stato più al mio posto».
Facchi dice che alla fine fu lui a ritirare la disponibilità di Cava. «Non si ricorda bene - ribatte Fiorillo - Dopo le elezioni fu la nuova maggioranza a prendere la decisione. Comunque, accadde lo stesso ovunque, segno ulteriore che la politica non ha avuto il coraggio di dire che certe cose servono. Una maggioranza di centrosinistra voleva l'impianto? L'altra parte soffiava sul fuoco. E viceversa. Se avessimo imboccato una strada diversa, avremmo sanato le paure delle persone».
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