Tu sei qui: CronacaClan Bisogno, in aula il trio delle estorsioni
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 6 novembre 2001 00:00:00
La prima verifica delle intercettazioni ambientali che accusano Vincenzo D'Elia, Pierangelo Pezzella e Guerino Lambiase, i tre presunti affiliati al clan Bisogno, è fissata per domani mattina. Il giudice Dilletto conferirà l'incarico ad un tecnico, che dovrà esaminare il materiale raccolto da Gerardo Pisapia, l'imprenditore/testimone antiracket, e decidere se inserirlo a titolo di prova nel fascicolo del processo. Si tratterebbe di dialoghi scottanti. Cassette registrate dal testimone chiave con puntuali stop sulle presunte intimidazioni e richieste. Pisapia, imprenditore impegnato nel ramo dei trasporti (aveva i suoi camion parcheggiati nel retro dello stadio comunale, di fronte alla curva sud), avrebbe consegnato agli inquirenti diverse registrazioni per provare il ricatto a cui era sottoposto: un pizzo quasi a cadenza quotidiana. Ma di modesta entità, dalle 50 alle 300mila lire, da versare durante incontri programmati. Fino al blitz del 17 novembre dello scorso anno. L'appuntamento era fissato per le 19. L'uomo, prima di raggiungere via Mazzini, luogo dell'incontro, avrebbe avvertito gli agenti della polizia locale. Ed una volta davanti alla tribuna dello stadio comunale Simonetta Lamberti (nella foto) avrebbe premuto il tasto del registratore. La zona era accerchiata dagli uomini della squadra anticrimine, che aspettarono il momento giusto per entrare in azione. I tre furono arrestati mentre afferravano le banconote. Per loro fu formulata l'accusa di estorsione con metodi camorristici. Di tutt'altro tenore la versione della difesa, che fin dalle prime ore dopo il fermo ha motivato la riscossione del denaro come il saldo di un credito, acceso in seguito all'acquisto di una cabina per camion. Diversa anche la posizione dei tre imputati: per Lambiase, l'unico a non avere pendenti per associazione camorristica, il giudice ha interrotto nei mesi scorsi la custodia cautelare in carcere. Per gli altri due, invece, l'accusa ha chiesto l'acquisizione della sentenza di condanna nel processo Bisogno più 44 per provare l'imputazione del 416 bis. Nel corso della prima udienza dibattimentale, tenutasi il 27 ottobre scorso, sia l'accusa, rappresentata in aula dal pm Filippo Spiezia, che la difesa (Marco e Maurizio Mastrogiovanni, legali di Lambiase, Giovanni Annunziata, difensore di Pezzella, e Rodolfo Viserta, avvocato di D'Elia) furono concordi nella scelta di affidare ad un esperto il compito di riascoltare e trascrivere il contenuto delle registrazioni. Sull'attendibilità dei dialoghi una parola definitiva dovrà dirla la consulenza tecnica, pronta non prima di 30 giorni.
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