Tu sei qui: CronacaCavese-Trapani, i testi scagionano gli ultrà
Inserito da (admin), venerdì 25 febbraio 2005 00:00:00
«I tifosi che erano sistemati nel settore Tribuna non hanno lanciato pietre ed altri oggetti in campo, né tanto meno contro le Forze dell'Ordine». Una testimonianza importante, quella rilasciata in aula ieri mattina dai 5 testi, ascoltati come persone informate sui fatti, nel processo contro 27 ultrà della Cavese (Antonio, Giuseppe ed Umberto Bisogno, Francesco De Rosa, Francesco Di Martino, Antonio e Claudio Magliano, Alfonso Marzano, Massimo Masullo, Walter Matonti, Alfonso Mazzotta, Antonio Memoli, Daniele Minelli, Vincenzo Palmieri, Giacomo Pelliccia, Massimo Punzi, Giovanni Ragosta, Alessandro e Vincenzo Senatore, Daniele e Maurizio Sorrentino, Luigi Taiano, Vincenzo Baldi, Giuliano Caldarese, Gianluigi Ciuccio, Giuseppe Mancusi e Maurizio Siani). Tutti imputati con l'accusa di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale (cadute le accuse di oltraggio e danneggiamento) per gli scontri del 20 febbraio 2000 durante la gara Cavese-Trapani, conclusasi con scene di guerriglia ed un vero e proprio bollettino di guerra. Nell'aula bunker del Tribunale di Salerno (III Sezione penale), davanti al dott. Iannicelli sono comparsi i 5 testi chiamati a riconoscere i volti degli ultrà (ad eccezione di 5, la cui posizione è stata stralciata) che, secondo l'accusa, lanciarono contro il personale di Polizia grosse pietre e pezzi di cemento divelti dalle gradinate e dai servizi igienici dello stadio. La prossima udienza è stata fissata per il 3 marzo, quando la difesa (Marco Senatore, Roberto Lanzi, Enrico Farano, Gaetano Pastore, Giovanni Del Vecchio e Giuseppina Strada) chiamerà in aula altri 2 testi, in attesa della conclusione del procedimento, prevista per la metà di marzo. Nelle precedenti sedute i 10 agenti aggrediti durante gli scontri furono ascoltati per ricostruire i fatti accaduti all'interno del "Simonetta Lamberti" e ripercorrere le fasi delle indagini con cui si riuscì a risalire ai presunti colpevoli. Secondo l'accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Roberto Penna, il gruppo di tifosi violenti, se pur sprovvisto d'armi convenzionali, visto il buon esito delle perquisizioni all'ingresso dello stadio, usò materiali di fortuna per aggredire gli agenti. Secondo gli inquirenti, i 10 poliziotti subirono lesioni personali, guaribili in una decina di giorni. Quanto basta per far scattare l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali aggravate. Nel corso degli scontri lo stadio subì numerosi danni. Nel lungo iter procedurale, causato da continui rinvii, il Comune, nella persona del sindaco protempore, si è costituito parte offesa, come pure i 10 agenti di Polizia impegnati nel servizio d'ordine allo stadio.
Stralciata la posizione di 5 ultrà
Errore di notifica: è il motivo che ha spinto il giudice Iannicelli a stralciare la posizione di 5 dei 27 ultrà imputati per gli scontri durante la partita Cavese-Trapani. Per loro l'inizio del processo è stato rinviato al 3 marzo, per errori nella notifica degli atti giudiziari. In quella data gli ultrà dovranno presentarsi in aula per essere ascoltati. Lo stralcio delle loro posizioni, infatti, comporta un passo indietro e l'inizio di una nuova fase dibattimentale.
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