Tu sei qui: CronacaCavese-Catania, al via il processo per 13 ultrà
Inserito da (admin), giovedì 5 febbraio 2004 00:00:00
Dovranno comparire in aula il 17 febbraio i 13 tifosi della Cavese rinviati a giudizio - le accuse sono di resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento - per gli scontri scoppiati al termine della partita del campionato di C2 tra Cavese e Catania dell'8 febbraio del '99. Una gara trasmessa sui teleschermi nazionali di Rai Sat e caratterizzata da scene di guerriglia tra sostenitori ed agenti di Polizia. Una partita maledetta, segnata dall'incidente toccato alla studentessa 19enne Paola Raia, originaria di Molina di Vietri, ferita ad un occhio da un razzo esploso al momento dell'ingresso in campo delle due squadre. Risale allo scorso novembre la decisione del Gup Vittorio Perillo, che ascoltò in aula il pm ed il collegio difensivo (rappresentato in aula dagli avvocati Giovanni Del Vecchio, Marco Salerno e Roberto Lanzi), di accogliere le richieste dell'accusa, dando così avvio al procedimento giudiziario. La prima udienza è fissata presso la Sede Distaccata di Cava del Tribunale di Salerno. E così, martedì 17 febbraio sfileranno davanti al giudice i 13 tifosi della Cavese imputati con l'accusa di resistenza, oltraggio, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento. Si tratta di Alfonso Marzano, 23 anni; Domenico Cardamone, 26; Bruno Lambiase, 28; Gerardo ed Antonio Lamberti, 32 e 31 anni; Giuseppe Errico, 38; Antonio Senatore, 27; Carmine Antonelli, 25; Raffaele Bisogno, 34; Fabio Adinolfi, 27; Daniele Sorrentino, 28; Fancesco Siani, 34; Luigi Senatore, 29 anni. Il folto gruppo di ultrà è accusato di aver preso parte agli scontri divampati tra la tifoseria e le Forze dell'Ordine. Nell'inchiesta, seguita dalla Procura, ci sarebbe la ricostruzione dettagliata della guerriglia, con la descrizione di atti di violenza circostritti, come il lancio di bottiglie, sassi e transenne di ferro nei confronti degli agenti, nel tentativo di opporsi alla muraglia umana che la Polizia aveva cercato di innalzare al fine di evitare un contatto tra le opposte tifoserie. Secondo gli inquirenti, 13 poliziotti, impiegati per il servizio d'ordine, subirono lesioni personali, provate dal referto del Pronto Soccorso e guaribili in una decina di giorni. Quanto basta per far scattare l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate. Nel corso degli scontri i facinorosi distrussero anche tre Fiat Ducato ed un'Alfa 33 della Polizia: un bilancio sostanzioso che è valsa l'accusa di danneggiamento. Nella stessa udienza preliminare il Gup Perillo ha assolto i 13 tifosi per il quarto capo di imputazione, relativo alla partecipazione ad adunata sediziosa e compiute azioni sediziose, perché prescritto, visto che i fatti si riferiscono a 5 anni fa. Si sono costituite parti offese, e come tali figureranno nel prossimo dibattimento, il Ministero dell'Interno per l'Amministrazione della Polizia di Stato ed i 13 agenti impiegati per il servizio d'ordine in quel terrificante incontro di calcio, segnato in modo tragico già prima del fischio d'inizio con il ferimento di Paola Raia. La ragazza, allora 19enne, fu colpita al volto da un razzo che le provocò danni permanenti all'occhio sinistro.
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