Tu sei qui: CronacaCava piange l'amico Mustafà
Inserito da La Redazione (admin), martedì 14 febbraio 2012 00:00:00
53 anni, più della metà (ben 30) trascorsi a Cava de’ Tirreni. Si chiamava Nefat Bendaoud, ma tutti lo conoscevano come Mustafà. L’angolo di Parco Beethoven la sua “dimora” di giorno. Quell’insenatura, fatale, sotto la galleria della stazione, il rifugio notturno. Regolarmente in possesso del permesso di soggiorno e della licenza di ambulante, conduceva una vita da clochard. Alcune volte si accampava in Viale degli Aceri, altre volte, complice il freddo, trovava ospitalità presso il ritrovo degli anziani.
È scomparso Mustafà, il marocchino diventato “icona” del Parco Beethoven con la sua bancarella fissa all’angolo tra Corso Mazzini e via Talamo. Spesso alzava il gomito, forse anche per combattere il freddo. Una bottiglia di birra o di vino non mancava mai vicino al suo stand. Ma mai si era reso protagonista di episodi incresciosi in città. Molti concittadini, passando nella zona, erano soliti intrattenersi a parlare con lui. Un uomo, quindi, che si era ben integrato nella comunità, tanto da essere da tutti riconosciuto e benvoluto.
In molti oggi lo rimpiangono. Parecchi quelli che ieri, alla notizia del tragico evento, sono rimasti addolorati. Da terra di fortuna Cava per lui si è, quindi, trasformata in terra del “riposo” del corpo. La sua salma sarà, infatti, seppellita al civico cimitero. Nel frattempo la Polizia Ferroviaria del Dipartimento di Salerno provvederà ad informare dell’accaduto i familiari.
Le cause della tragica fatalità sono ancora avvolte dal mistero. Molte ad oggi le ipotesi tracciate: dal suicidio allo stato di ebbrezza, dal freddo ad uno scivolone sulle rotaie. Fatto che sta che il treno in arrivo sul binario 2 della linea Salerno-Nocera Inferiore non gli ha dato scampo. A dare l’allarme del ritrovamento del suo corpo ieri mattina, alle prime luci dell’alba, un funzionario della stazione. Mustafà si presentava agli operatori del 118 ed agli agenti del Commissariato della Polizia di Stato, prontamente intervenuti sul posto, con sangue fuoriuscente dal naso e dalla bocca. Il medico legale Zotti non poteva che constatarne il decesso. L’esame autoptico, poi, confermava la compatibilità tra le ferite ritrovate sul suo corpo e l’investimento ferroviario.
Sui binari, un po’ più in là del cadavere del 53enne, in quella che per lui era divenuto il riparo notturno, sono stati rinvenuti alcuni indumenti tra coperte ed aggeggi vari. Il suo corpo a terra, privo di vita. Addosso aveva un giubbino, ai piedi una sola scarpa. L’altra è stata ritrovata a pochi passi da lì. Il tragico incidente, per forza di cose, ha comportato anche il ritardo di alcune corse dei treni. Per circa 40 minuti, infatti, a partire dalle 7.30 (orario del ritrovamento del corpo), ieri mattina il traffico ferroviario è stato sospeso. Solo alle 8.30 i treni hanno ripreso normalmente le proprie attività, utilizzando esclusivamente il binario attiguo a quello dell'impatto fatale.
Ora la salma dell’uomo è stata trasferita nella sala mortuaria del cimitero di Cava, luogo in cui Mustafà, dopo tanto girovagare, farà riposare il proprio corpo. Contestualmente sarà compito delle Forze dell’ordine fare luce sugli episodi della tragica notte buia.
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