Tu sei qui: CronacaCaso Lambiase, Petrillo vuole il mandante
Inserito da (admin), giovedì 14 ottobre 2004 00:00:00
Se la magistratura, con l'archiviazione nei confronti del sindaco Messina e del suo capo staff Pasquale Petrillo, ha fugato ogni dubbio in merito al presunto caso di voti di scambio, la vicenda è da considerarsi tutt'altro che chiusa, sia per i successivi risvolti giudiziari che per il suo aspetto prettamente politico. I commenti, infatti, all'indomani della notizia di fine inchiesta non sono mancati ed a tenere banco sono soprattutto i politici. Mentre il legale di Giovanni Baldi, l'avv. Pasquale Adinolfi, annuncia di attendere con fiducia il lavoro della magistratura, da oggi impegnata in un procedimento per calunnia nei confronti del dipendente comunale, e di riservarsi di decidere un'eventuale richiesta di risarcimento, Pasquale Petrillo alza il tiro: «Questo risultato è più che scontato. Tutte le accuse non erano che un castello di carta montato ad arte. La magistratura ha fatto un ottimo lavoro, ma c'è dell'altro: chiedo che venga individuato il regista occulto di questa vicenda. Lambiase è stato solo il killer, il mandante è un altro e non solo di questa inchiesta». Chiaro il riferimento agli altri cicloni giudiziari che hanno investito l'Amministrazione Messina: vedi il presunto scambio dei voti, la presunta manomissione delle concessioni edilizie per i box auto e, non ultimo, il caso degli incarichi d'oro e delle spese "gonfiate" per i componenti dello staff del sindaco. E proprio Emilio Maddalo, autore della denuncia, oggi rientrato nelle fila della maggioranza, sembra voler precisare meglio il proprio bersaglio: «Sono contento per il sindaco. La magistratura ha fatto chiarezza su questa vicenda. Da parte mia, non ho mai fatto denunce contro Messina. Ho accusato Petrillo per uso privato dell'auto comunale ed altre spese per lo staff». Di diverso tenore il commento di Adolfo Salsano, consigliere comunale dei Ds: «Personalmente, non può che farmi piacere, visto il mio rispetto delle istituzioni, che una pagina buia di questa Amministrazione sia stata chiusa. Ma è indubbio che qualcosa di strano in quella campagna elettorale c'è stata. Restano senz'altro delle macchie scure, altrimenti non si spiega cosa o chi abbia spinto Baldi a rinunciare alla sua candidatura. Conosco bene Baldi come persona perbene ed onesta, ma è davvero strano che a distanza di anni non si riesca a diradare l'alone di mistero che copre quella vicenda». Da Roma interviene Edmondo Cirielli: «Come formazione culturale e professionale, sono rispettoso dell'operato della magistratura e, dunque, pur non conoscendo i termini della vicenda giudiziaria, non posso che confidare nel buon lavoro degli inquirenti. Non penso che le voci di questi mesi e, ancor di più, le inchieste giudiziarie che hanno visto coinvolto il sindaco Messina, abbiano influenzato la sua azione, ma credo che lo abbiano fatto soffrire. E pertanto oggi, alla luce di questa notizia, sono umanamente contento per lui».
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