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Cronaca

Case di riposo, inchiesta tra gli anziani

Inserito da Il Salernitano (admin), venerdì 24 gennaio 2003 00:00:00

Anziani a Cava de' Tirreni: un viaggio tra la realtà delle case di riposo di Pregiato, dopo che le problematiche che affliggono gli anziani ospiti sono state portate alla ribalta da "Fermento", il mensile dell'Arcidiocesi Cava-Amalfi, guidata spiritualmente da Mons. Orazio Soricelli. Tanti sono gli ospiti che affollano le case di riposo IPAB "Villa Fiorita" ed ex Onpi "Casa Serena" (nella foto), situate nella frazione di Pregiato, una delle più popolose del territorio metelliano. A parlare per primo è Michele, 63 anni, 30 dei quali passati nelle case di riposo: «L'ambiente è confortevole. Risiedo qui da molti anni e, eccezion fatta per i primi periodi di ambientamento, non ho mai avuto problemi. Non ho, comunque, tagliato il cordone ombelicale con i miei familiari. Voglio solo lanciare un appello alle istituzioni, che molte volte, forse troppe, sembrano fare orecchie da mercante quando si tratta di organizzare qualcosa qui». Ma c'è anche chi si lamenta per le condizioni della casa di riposo. «Quando qualcuno si sente male - dichiara Carmine - deve per forza di cose andare all'ospedale. Qui, infatti, non siamo ben attrezzati per i casi più difficili. Abbiamo solo un presidio di primo soccorso». Un neo, quello del servizio sanitario insufficiente, rimarcato da tutti gli anziani ospiti della struttura. Lamentele anche per la mensa, dove vengono serviti pasti preparati al di fuori della struttura. Infatti, la cucina interna all'istituto è chiusa da circa tre anni, cioè da quando i Carabinieri dei N.A.S., in seguito ad un blitz, ne disposero la chiusura per carenze igienico-sanitarie. A dare rassicurazioni in materia, però, ci pensa Antonio Maddalo, direttore dell'ex Onpi. «La qualità dei cibi è ottima - dichiara - e comunque, quando qualcosa non va, non esito a prendere provvedimenti per soddisfare i nostri ospiti». Ma il problema vero, il più sentito, sembra essere quello della solitudine. Una solitudine che si legge, in maniera indistinta, negli occhi degli ospiti. Magari sarebbe bello, e qui lanciamo una proposta, far sì che gli alunni delle scuole elementari possano visitare gli anziani. Sarebbe di sicuro una lieta sorpresa ed i piccoli alunni potrebbero imparare "pillole di saggezza" dai "custodi della memoria" cittadina. Un'esortazione, infine, anche ai parenti degli ospiti, che troppe volte, per vari motivi, lasciano quasi "parcheggiati" gli anziani. Ci vorrebbe maggiore rispetto e cura per chi ha dato tanto. Non si può mai sapere quando essi lasceranno la vita terrena. Piangere dopo è del tutto inutile.

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