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Cronaca

Badia boicottata, la città grida il suo sdegno

Inserito da Il Salernitano (admin), martedì 29 luglio 2003 00:00:00

Continua a suscitare polemiche il boicottaggio della Regione Campania nei confronti dell'Abbazia benedettina di Cava de' Tirreni. Alla base della querelle vi è il taglio drastico dei finanziamenti regionali, il crollo della pubblicizzazione a carattere regionale della Badia, che ospita la millenaria Abbazia benedettina, e l'eliminazione del sito metelliano dalle cartine del turismo religioso campano. Il primo a sollevare la questione è stato il sindaco Alfredo Messina, che ha sparato a zero contro il governatore campano, Antonio Bassolino: «Come primo cittadino di questa città, qualche giorno fa, quando sulla mia scrivania è piombata la lettera della Regione con cui si tagliava fuori la Badia di Cava dalle rotte del turismo religioso, ho avuto un attimo di profondo ribrezzo. Una novità che mi ha colpito profondamente, perché non riesco a capacitarmi come sia possibile eliminare un sito con mille anni alle spalle di storia e cultura. Non capisco come può Bassolino destinare ingenti somme per favorire il turismo religioso nella città di Pietrelcina, che avrà pure dato i natali a Padre Pio, per poi dimenticare che a Cava de' Tirreni esiste la Badia con il suo Monastero millenario di Benedettini e si dimentica di altri siti religiosi molto importanti». A seguire lo scatto d'ira del sindaco è stato l'assessore ai Rapporti con la Regione, l'architetto Carmine Salsano: «La Badia di Cava fuori dagli itinerari del turismo religioso diventa un problema serio anche per l'acquisizione dei fondi per la ristrutturazione di cui necessita l'enorme struttura del Monastero. E' un colpo basso incredibile che abbiamo ricevuto dalla Regione. Pensate che, per erogare finanziamenti per restauri o ristrutturazioni di strutture religiose, anche se beni demaniali e quindi di proprietà dello Stato, come il Monastero alla Badia, il primo requisito essenziale è l'afflusso dei turisti sulle rotte del turismo religioso. Porre la Badia alla berlina significa rischiare di perdere ogni occasione anche per il rilancio di questa antichissima e prestigiosa struttura». Infatti, la millenaria struttura andrebbe restaurata, ma oggi mancano le risorse economiche disponibili e l'ultima decisione della Regione Campania di tirare fuori la Badia dalle piantine del turismo religioso rende la ricerca di finanziamenti un'impresa particolarmente difficile. Ma a scatenare la polemica tra maggioranza ed opposizione ci ha pensato il consigliere regionale di Forza Italia Antonio Martusciello, fratello del sottosegretario Antonio, coordinatore regionale del partito azzurro. «Raccogliamo l'appello dell'Amministrazione comunale di Cava. Siamo pronti - ha sottolineato Martusciello - a sostenere la battaglia per la valorizzazione del sito. Immaginiamo che si possa inserire a bilancio una cifra che ne consenta l'adeguata valorizzazione. Vedremo quanti consiglieri del centrosinistra ci seguiranno su questo terreno». Parole che non sono piaciute all'opposizione. Sulle dichiarazioni rilasciate da Martusciello abbiamo ascoltato Franco Prisco, segretario metelliano dei Democratici di Sinistra: «Quello che più mi ha colpito è il fatto che Messina arrossisce facilmente quando è in difficoltà ed in questo caso il sindaco è in evidente embasse. Chi pecca in questo caso non è la Regione Campania, ma l'Amministrazione comunale, che non riesce a far diventare Cava una città protagonista e, di conseguenza, i riflettori sulla città lentamente si stanno spegnendo. Dunque, il sindaco Messina non può dare la colpa al governatore Bassolino per il semplice fatto che proprio lui ha drasticamente tagliato i fondi comunali da stanziare per la Cultura. Al contrario, negli anni in cui a Cava ha governato il centrosinistra, i fondi per incentivare la Cultura erano ben più corposi, permettendo la realizzazione di tante lodevoli iniziative». Un primo passo, intanto, è già stato fatto dal gruppo consiliare dei Democratici di Sinistra nei giorni scorsi. Infatti, i consiglieri metelliani della Quercia hanno proposto dai banchi consiliari di indirizzare un documento unitario alla Regione affinché reinserisca la Badia negli itinerari religiosi, conferendole nuovamente il ruolo che le spetta.

INTERVIENE L'ABATE

«La Badia fa cultura, quei fondi ci servono»: appello a Bassolino da parte dell'Abate, Mons. Benedetto Chianetta

Scende in campo anche l'Abate, Mons. Benedetto Chianetta, che manifesta il suo disappunto per la mancanza di finanziamenti per la ricca attività culturale dell'Abbazia. Pacati ma fermi i toni dell'Abate, che ha seguito attraverso la stampa il polverone suscitato dall'esclusione del luogo sacro dai finanziamenti. «Da alcuni anni sono venuti a mancare quei fondi tanto necessari non solo per il restauro, ma anche per la ricca attività culturale creatasi intorno all'Abbazia.Vi lascio immaginare ciò che significa per noi. Il rischio che si corre è grave. Potremmo assistere ad un notevole decadimento di questo luogo, che per secoli ha costituito un faro di storia, di tradizione e di cultura». Sin dal suo insediamento, Mons. Benedetto Chianetta, sulla scia dei suoi predecessori, ha lavorato perché intorno alla Badia si creasse un vasto movimento culturale: «Non solo con la scuola, ma soprattutto aprendoci al territorio, alla Regione, al Paese. La Biblioteca, il ricco patrimonio archeologico, la tradizione musicale, sono un'attrattiva da non disperdere. Per non parlare della necessità di completare il restauro dell'immenso patrimonio storico». Purtroppo, nel tempo i fondi sono venuti a mancare. Ma l'Abate non si è mai arreso ed ecco ospitare la Mostra "Bandiera d'Argento" nelle catacombe, dare vita ad un grande convegno sulle origini cristiane dell'Europa ed alla Rassegna Internazionale Organistica. «La Badia deve tornare, è questo il nostro appello, ad essere quel centro di cultura che è sempre stato nel corso dei secoli. Un progetto, questo, che deve avvalersi delle forze di tutti».

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