Tu sei qui: CronacaBadia-Arcidiocesi, scontro sulle parrocchie
Inserito da (admin), mercoledì 12 dicembre 2007 00:00:00
Due Curie allo scontro, quella della Badia e quella dell'Arcidiocesi Amalfi-Cava. La prima cerca di ritardare l'esecuzione della decisione della Santa Sede, che stabilisce la soppressione della diocesi della Badia, dando all'Abbazia benedettina il titolo di "nullius istitutionis", cioè senza diocesi, con il trasferimento delle parrocchie di San Cesareo, Corpo di Cava e Dragonea, con i due santuari di San Vincenzo e dell'Avvocatella, all'Arcidiocesi di Amalfi-Cava. Quest'ultima, invece, cerca di accelerare i provvedimenti. In mezzo la lettera dell'Azienda di Soggiorno e del Comune, con cui si chiede di rimandare il trasferimento al 2011, dopo la celebrazione del millennio dell'Abbazia.
Un'azione delle due Curie fatta con la sottigliezza diplomatica tipica della burocrazia ecclesiastica. Nessuno scontro apparente, accettazione piena delle decisioni del Vaticano, ma tanta lentezza nell'esecuzione degli atti. La diplomazia curiale indica con il termine "dilata" gli atti che non devono avere immediata esecuzione e, secondo alcuni prelati del clero metelliano, pare che gli atti della decisione della restituzione portino tale dizione. Il Papa Benedetto XVI comunicò direttamente all'Arcivescovo Orazio Soricelli, nel corso della visita ad limina, la decisione della Santa Sede: sarebbero state restituite all'Arcidiocesi le parrocchie che nel 1979, quando furono riordinati i confini delle diocesi, erano state sottratte per formare la diocesi della Badia.
Monsignor Soricelli e padre Chianetta dovevano stabilire i tempi e le modalità del passaggio. E subito le prime difficoltà. I due santuari della Avvocatella e di San Vincenzo dovevano essere restituiti con le parrocchie di Dragonea e di San Cesareo, ma hanno sempre costituito parte dei beni patrimoniali non disponibili perché edifici di culto. Da atti acquisisti risulta che i due santuari siano stati donati al monastero della Badia. Ancora una volta, però, era il Vaticano a comunicare all'Abate la corretta interpretazione: quei beni dovevano essere restituiti insieme alle parrocchie. Anche se non c'è ancora alcun atto che indichi la data e le modalità del trasferimento.
Poi, negli ultimi giorni, sono arrivate le lettere al segretario di Stato della Santa Sede, Monsignor Bertone, con cui l'Azienda di Soggiorno ed il Comune chiedono di rimandare il trasferimento a dopo il 2011, anno delle celebrazioni del millennio della Badia. Passaggi interpretati dal clero come arbitrarie intrusioni in questioni religiose. «Ma il nostro intervento non aveva alcuna intenzione di ostacolare il trasferimento - ribadisce l'amministratore dell'Azienda, Franco D'Angelo - anzi, avevamo affermato che eravamo rispettosi delle decisioni della Santa Sede. Il nostro obiettivo è arrivare all'appuntamento del 2011 in una grande unità di intenti e di azioni tra città e chiesa». Un concetto ribadito anche dall'assessore al Turismo, Michele Coppola, che sottolinea che il progetto turistico-religioso dell'accoglienza può rappresentare per la città e per la chiesa locale uno strumento di crescita e di aggregazione.
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