Tu sei qui: CronacaAttentati, tra le piste vandali ed usura
Inserito da (admin), mercoledì 25 luglio 2007 00:00:00
Gli ultimi due roghi non sono collegati in alcun modo ai precedenti attentati incendiari registratisi in città nelle prime settimane di luglio. Di questo sono sicuri gli agenti del Commissariato di Polizia, diretti dal vicequestore Pietro Caserta, che stanno seguendo le indagini sulla misteriosa striscia di incendi dolosi ai danni di negozi ed attività commerciali. Sulla base delle ultime perizie eseguite sui luoghi degli incendi (in via Mazzini al ristorante "Takis" ed a Castagneto presso due capannoni), gli investigatori hanno le idee chiare.
I due roghi divampati nella zona di Castagneto, tra Cava e Vietri, sarebbero stati provocati da cause, per così dire, naturali e comunque collegate alla calura di questi giorni. Stando a quanto riferito dagli inquirenti, si trattava di capannoni dove erano ammassati materiali dismessi e di scarso valore. Differente, invece, la pista investigativa seguita per l'incendio al ristorante "Takis". Secondo la Polizia, le fiamme ai due ombrelloni sarebbero state appiccate con ogni probabilità da balordi.
Ad avvalorare questa tesi diversi elementi, in primo luogo l'entità dell'incendio. I piromani, infatti, hanno incendiato i due ombrelloni, tralasciando le sedie ed i tavolini poco distanti: una scelta del tutto inusuale per chi vuole fare un attentato. La Polizia sembra prediligere la pista vandalica. Nei mesi scorsi episodi simili si sono registrati al Punto Blu e prima ancora al Bar al Semaforo ed all'ex People al Corso Umberto I.
Intanto, proseguono le indagini per i tre precedenti attentati. Come confermato dagli investigatori, il primo attentato al negozio "Cine&Città" sembra vicino ad una svolta. Resta confermata la pista passionale ed il desiderio di vendetta all'origine dello scoppio dell'ordigno. Per gli altri due episodi (all'agenzia di pompe funebri La Metelliana ed all'Emporio 2004, negozio di casalinghi), sembra farsi strada anche un'altra ipotesi, accanto a quella del racket. Gli inquirenti non escluderebbero il giro di strozzinaggio, diffuso in città. Gli attentati sarebbero, dunque, un avvertimento. Dagli accertamenti sarebbe saltato fuori un elemento importante: una delle attività nel mirino degli attentatori avrebbe avviato le pratiche di fallimento.
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