Tu sei qui: CronacaAttentati, nuova svolta nelle indagini
Inserito da (admin), martedì 11 marzo 2008 00:00:00
Ore contate per il settimo "attentatore": la Polizia è sulle tracce di un altro giovane, più in alto nella gerarchia criminale. Sarebbe stato lui a prendere ordini dai "pesci grossi" ed informare Alessandro Marrazzo sui nuovi obiettivi da colpire. É iscritto formalmente nel registro degli indagati, l'uomo considerato dagli agenti del Commissariato di Cava e dalla Squadra Mobile di Salerno il gancio tra i mandanti della lunga striscia di attentati registratisi in città e la manovalanza, i 5 giovani arrestati dalla Polizia e tuttora in carcere. Si ricostruisce così, pezzo dopo pezzo, la geografia del crimine messa in piedi in questi mesi e smantellata dagli uomini diretti dal vicequestore Pietro Caserta.
In queste ore, complice l'interrogatorio dei giovani Guglielmo Mandiello (difeso dall'avv. Anna Lisa Buonadonna) e Vincenzo Carbone (assistito dal legale Enrico Bisogno), vengono chiarite non solo le responsabilità per molti degli attentati, ma anche i ruoli dei giovani coinvolti. Come confermato dallo stesso Guglielmo Mandiello nel corso delle 3 ore e mezzo di interrogatorio davanti al pm Cassaniello, lui, Carbone, Vaticone e Tortora venivano contattati da Marrazzo. Spesso bastavano poche parole, un linguaggio in codice utilizzato per farli entrare in azione. Loro erano pronti: i pacchi bomba erano confezionati artigianalmente (uno di questi è stato trovato a casa di Mandiello la sera dell'arresto). In questo modo sarebbero venuti a sapere quando e dove colpire. Era stato così per l'attentato all'Infortunistica Della Brenda, ma non solo. Mandiello avrebbe confessato di aver partecipato all'attentato all'agenzia "La Comunale", alla ditta Aufiero a Vietri e prima ancora al negozio dei cinesi ed all'incendio dell'ambulanza della Croce Verde.
Per ogni colpo il compenso pattuito non superava i 20-30 euro. Tra i giovani reclutati, nella maggior parte dell'Agro, ci sarebbe anche chi - abituale consumatore di sostanze stupefacenti - vedeva quel compenso come una risorsa per potersi assicurare la dose giornaliera. La versione venuta fuori dagli interrogatori di Mandiello e Carbone ridimensionerebbe ruolo e loro responsabilità all'interno della presunta banda. Stando a quanto sostenuto dagli avvocati, le loro confessioni servirebbero a far cadere l'aggravante di aver agito con metodo mafioso, già presente in occasione dell'arresto e poi annullata con il ricorso al Tribunale della Libertà, presentato dall'avv. Buonadonna. Oltre al fare tipico di associazioni a stampo mafioso, i 5 giovani devono rispondere di danneggiamento pluriaggravato, danneggiamento seguito da incendio e porto in luogo pubblico di materiale esplodente. 6 finora gli arrestati dagli agenti del Commissariato di Cava e dagli uomini della Squadra Mobile: Guglielmo Mandiello e Vincenzo Carbone (insieme ad un minorenne di 17 anni, accusati fino ad oggi dell'attentato all'Infortunistica Della Brenda), Davide Tortora e Simone Vaticone (responsabili di tre attentati) ed Alessandro Marazzo (acciuffato in un albergo a Roma), al quale gli agenti attribuiscono un ruolo di primo piano.
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