Tu sei qui: CronacaAppello per salvare Amina Lawal
Inserito da La Redazione (admin), giovedì 13 marzo 2003 00:00:00
Amnesty International è estremamente preoccupata per la decisione della Corte d'Appello della Sharia di Funtua, nello stato nigeriano di Katsina, di confermare la condanna a morte per lapidazione per Amina Lawal, la giovane donna che avrebbe avuto un figlio al di fuori del matrimonio. Questa decisione è incompatibile con la Costituzione nigeriana, con gli impegni internazionali per la difesa dei diritti umani, firmati dalla Nigeria stessa, e con la Carta africana dei diritti umani e dei popoli. La pratica della condanna a morte per lapidazione è una delle peggiori forme di punizione ed è proibita dal Patto internazionale sui diritti civili e politici e dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. Oltre ad Amina, altre 3 persone, Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda, sono state condannate a morte per lapidazione. L'esecuzione della condanna potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Tutto questo nonostante le proteste internazionali e della società civile locale nei confronti delle condanne emesse ormai regolarmente dalle corti della Sharia.
Secondo le informazioni pervenute ad Amnesty International, Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda non avrebbero avuto alcun rappresentante legale durante i loro processi. Ahmadu Ibrahim (32 anni) e Fatima Usman (30 anni) erano stati accusati di adulterio sulla base di un rapporto di Polizia presentato alla corte della Sharia di New Gavu (Stato di Niger) nel maggio 2002. In un primo momento, erano stati condannati a cinque anni di carcere e ad una multa. Le autorità giudiziarie dello Stato, considerando la pena troppo mite ed irrogata secondo un "vecchio codice", hanno ordinato un nuovo processo, terminato con la condanna alla lapidazione. Mallam Ado Baranda (54 anni) è stato condannato a morte per lapidazione a luglio, nello Stato di Jigawa, per aver stuprato una bambina di 9 anni. A quanto pare, l'uomo avrebbe confessato il suo crimine ed avrebbe rifiutato di ricorrere in appello.
Amnesty International si oppone alla pena di morte in tutte le circostanze, perché è una delle massime forme di crudeltà e viola il diritto alla vita. Amnesty International chiede al Governo nigeriano di assicurare che Amina Lawal, Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda possano godere di tutti i propri diritti per una regolare richiesta di appello ad una corte imparziale ed indipendente, in accordo con gli obblighi internazionali per i diritti umani, firmati dalla Nigeria, tra cui l'articolo 6 del Patto internazionale sui diritti civili e politici per la salvaguardia dei diritti umani delle persone condannate a morte. Amnesty International chiede, intanto, al Governo nigeriano di impedire le esecuzioni di Amina Lawal, Ahmandu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda. Qualora venissero confermate in appello, Amnesty International chiederà l'annullamento delle condanne emesse nei confronti di Amina Lawal, Ahmandu Ibrahim e Fatima Usman, nonché la commutazione della condanna nei confronti di Mallam Ado Baranda in una pena minore, compatibile con gli standard internazionali, in linea con le raccomandazioni delle Nazioni Unite, che limitano l'imposizione della pena di morte, laddove è già prevista, ai reati intenzionali con conseguenze letali.
UN APPELLO-TESTIMONIANZA
Manca poco e poi la nuova vincitrice nigeriana del concorso "Sforna un bambino e muori con la testa sfasciata" verrà dovutamente lapidata. L'altra notte ho visto come lapidano la gente secondo la Sharia. La differenza tra uomini e donne è che le donne vengono sì imbavagliate ed avvolte in un telo e sotterrate fino al busto, ma per loro si ha l'attenzione di sotterrare anche la zona del seno, perché è zona da non colpire o sfiorare...Una folla impazzita, quindi, sfascia loro esclusivamente la testa. Si può combattere, vincere, tanta ignoranza? Amina Lawal è stata condannata a morte per lapidazione. Verrà seppellita fino al collo ed i suoi "esecutori" le tireranno delle pietre, fino a che non le spaccheranno il cranio e morirà in maniera dolorosa ed orribile. Amina ha solo trenta giorni per ricorrere in appello. Per favore, andate sul sito di Amnesty International. Prende solo un minuto e può aiutare a salvarle la vita, così come può servire a far cessare questa terribile condanna, in un Paese che si definisce democratico. Spedite questo messaggio a più persone che potete. All'altra ragazza nigeriana (Safyia), per cui era stata fatta la stessa campagna, la vita è stata salvata. Tentar non nuoce neanche ora.
Se sei arrivato fino a qui, significa che apprezzi il nostro impegno nel fornire notizie libere e accessibili a tutti.
Per garantire un ambiente sicuro per i nostri lettori, abbiamo rimosso tutta la pubblicità invasiva, i cookie e i tracciamenti di terze parti.
Tuttavia, per continuare a offrirti un'informazione di qualità, il tuo aiuto è fondamentale. Anche un piccolo contributo può fare la differenza.
Sostieni Il Portico!
Scegli il tuo contributo con
rank: 10557103
La Guardia di Finanza di Cava de' Tirreni ha eseguito un'ordinanza di interdizione temporanea dai pubblici uffici nei confronti di due funzionari in servizio presso il Comune, coinvolti in un'inchiesta su presunte irregolarità nell'assegnazione di appalti pubblici. Il provvedimento, emesso dal Giudice...
Una tranquilla mattinata estiva si è trasformata in dramma sulla costa di Capaccio. Intorno alle 10:30 di oggi, 29 luglio, un uomo si è tuffato in mare senza più riemergere, scatenando momenti di panico tra i presenti. A lanciare l'allarme sono stati alcuni bagnanti che, resisi conto della gravità della...
Un gravissimo incidente stradale ha coinvolto la scorsa notte un giovane di 25 anni, residente a Cava de' Tirreni, lungo la Statale 163 Amalfitana, nei pressi dell'ingresso del residence "Due Torri" a Maiori. Il ragazzo, cuoco presso un noto ristorante della Costiera, stava facendo rientro a casa in...
I Carabinieri della Stazione di Salerno Duomo hanno eseguito nei giorni scorsi un'ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, con l'aggiunta del braccialetto elettronico, nei confronti di un 45enne del posto, indagato per il reato di violenza sessuale aggravata ai danni di...
«Grazie di cuore a tutti. Che mi state inondando di messaggi di affetto e vicinanza. Non so come parlarvi. Mi sembra solo un incubo. L'importante è che sono viva e fuori pericolo». Sono le prime parole pronunciate da Veronica Casaburi, la giovane donna di 35 anni brutalmente colpita dal marito e ricoverata...