Tu sei qui: CronacaAppalti pubblici, 6 arresti. Ai domiciliari l'assessore Alfonso Carleo
Inserito da (admin), lunedì 26 novembre 2012 00:00:00
Ore 13.00 - I nomi ed i particolari dell'operazione
Agli arresti domiciliari Alfonso Carleo, ex vicesindaco ed attuale assessore alla Manutenzione Urbana e Polizia Municipale; l’ing. Antonino Attanasio, dirigente del IV Settore; l’ing. Gianluigi Accarino, funzionario del IV Settore; Carmine Vitale, geometra comunale addetto alle opere pubbliche.
Franco Porcelli, geometra comunale addetto alla tutela ambientale - pianificazione e tutela del territorio, e Michele Russo, amministratore di Libera Società Cooperativa Arl, sono stati invece tradotti alla Casa Circondariale di Fuorni, a disposizione dei Sostituti Procuratori della DDA, Rosa Volpe e Vincenzo Montemurro. Sono i nomi di funzionari e dirigenti e dell’imprenditore di Cava de’ Tirreni coinvolti nell’operazione di “pilotazione di appalti pubblici” definita “Tsunami 1” dal Procuratore Capo Franco Roberti nel corso della conferenza stampa tenutasi stamani presso il Presidio Provinciale dei Carabinieri di Salerno.
A finire nel mirino degli inquirenti è stato, in particolare, un intervento di rifacimento di un muro - dal costo di circa 50mila euro - realizzato nel gennaio/febbraio 2012 da Michele Russo nella I Traversa Michele Di Florio, tra le frazioni San Pietro ed Annunziata. Lavoro che sarebbe stato eseguito prima ed in assenza delle procedure di gara e della formale aggiudicazione, avvenuta successivamente. Come sottolineato dal Procuratore Capo Roberti, l’inchiesta sarebbe comunque solo in una fase iniziale, di qui il suo invito all’intera cittadinanza a «vuotare il sacco», rivelando elementi e particolari che potrebbero essere ulteriormente utili alle indagini.
Nel corso della conferenza stampa il dott. Roberti ha specificato che l’operazione ha visto il coinvolgimento della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno poiché sono state riscontrate intimidazioni camorristiche ai danni di alcuni cittadini ed esponenti politici, tra cui l’ex assessore Mario Pannullo ed il consigliere comunale di minoranza Matteo Monetta.
Oltre all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, i militari dell’Arma hanno anche eseguito altre 22 perquisizioni domiciliari nei confronti di persone che avrebbero favorito l’imprenditore Michele Russo, tramite preventivi pilotati o l’omissione dei doverosi controlli sulla regolare esecuzione dei lavori a lui affidati, nell’ambito delle attività volte a disvelare le presunte irregolarità relative all’operazione d’acquisto dell’ex Cofima. Fra i destinatari delle perquisizioni domiciliari tutti i consiglieri comunali che votarono la delibera per l’acquisizione della citata struttura, sindaco Galdi compreso. I documenti sequestrati sono oggetto di approfondimenti investigativi. Per tale filone d’indagine, allo stato, risulterebbero già 32 indagati. E ad espressa domanda dei giornalisti se tra costoro vi fosse anche il sindaco Galdi, il Sostituto Montemurro ha testualmente riferito: «Diciamo che è oggetto d’indagine».
Ovviamente, sono momenti questi di grande tensione e fibrillazione a Palazzo di Città, dove in giornata dovrebbe svolgersi un vertice della maggioranza. Ulteriori sviluppi sono, quindi, attesi nelle prossime ore.
La Redazione
Ore 9.30 - Appalti pubblici, 6 arresti a Cava de' Tirreni
Cinque funzionari ed un imprenditore del Comune di Cava de' Tirreni sono stati arrestati dai Carabinieri con l'accusa di aver pilotato e truccato appalti pubblici. I militari dell’Arma stanno eseguendo 28 perquisizioni a carico di amministratori locali. Secondo l'accusa, era stato costituito un patto di potere con forti relazioni interpersonali per l'assegnazione di appalti pubblici, disponendo l'effettuazione di lavori prima che venisse fatta la ricerca di mercato, condotta poi con l'acquisizione concordata di offerte da ditte compiacenti.
Gli arresti sono stati fatti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno, che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Salerno al termine di indagini sull'assegnazione di alcuni appalti pubblici.
LE ACCUSE. I reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica, diversi da indagato ad indagato, sono di abuso d'ufficio, concussione e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. Secondo gli investigatori, al patto di potere scoperto durante le indagini, che aveva come obiettivo fini illeciti, partecipavano privati cittadini, professionisti e imprenditori con referenti politici dell'area, pronti a spendere le loro conoscenze, influenze politiche e capacità di condizionamento delle amministrazioni per interessi propri e di terzi.
Fonte: www.tg1.rai.it
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