Tu sei qui: CronacaAnziano "sfrattato", l'avv. Alfonso Senatore non si arrende
Inserito da (admin), lunedì 14 luglio 2014 00:00:00
É bene chiarire la vicenda che ha coinvolto una povera, umile ed onesta famiglia, che pur sbagliando, violando la legge per necessità, esimente prevista dal nostro codice penale, non può essere considerata e trattata al pari di delinquenti comuni e peggio ancora non comuni. Il punto focale della vicenda dello sgombero dell’anziano Carmine ultra ottantacinquenne (che potrebbe essere nostro padre, così io l’ho visto e lo vedo, ed è per questo che combatterò con tutte le mie poche forze e gli strumenti che la legge mi consente ed a qualsiasi costo per farlo rientrare in casa e morire nel proprio letto. Questo il suo desiderio! Questo il mio! Accada quel che accada!) sta nel semplice fatto che egli non poteva e doveva essere trasportato in Ospedale, perché inamovibile e soprattutto intrasportabile, così come certificato dal suo medico curante, dr. Nicola Sernicola il 03/06/2014 (pochi giorni prima del 27) e ritenuto erroneamente inattendibile, pur di sgomberare la casa abusiva a tutti i costi: «In base alla visita da me effettuata risulta affetto da grave broncopatia cronica ostruttiva in ossigeno terapia da scompenso cardiaco, da epatopatia cronica, da psicosi cronica, condizione che ne limitano gli atti quotidiani di vita, e pertanto necessita di assistenza continua ed è quindi intrasportabile».
Ma la vita umana anche se di un ultra ottantacinquenne morituro non ha pari né prezzo alcuno! Carmine non è un camorrista, né un simulatore, fintosi ammalato per impedire lo sfratto come di sovente accade di imbattersi nelle operazioni similari, per cui è giusto che si operi come si è operato nel caso che ci occupa con la forza della legge e dello Stato. Carmine era da anni affetto da malattie gravissime, sottoposto a ossigenoterapia salvavita 24h su 24h e non necessitava affatto di ricovero in Ospedale, perché inutile, altrimenti l’avrebbero ivi condotto i familiari che lo assistevano. L’Ospedale non è l’alternativa alla sistemazione di chi occupa case abusive e viene sfrattato. La necessità d’essere ricoverato d’urgenza in Ospedale perché in serio e grave pericolo di vita è sorto allorché è stato buttato fuori di casa in modo coattivo. Ed è in questo momento che la situazione è precipitata ed è stato necessario ricoverarlo d’urgenza con ambulanza in Ospedale.
Se ciò non fosse accaduto, Carmine sarebbe rimasto a casa sua con una situazione psico-fisica inalterata, senza traumi e peggioramenti della sua salute posta in serio pericolo e rischio per la propria vita cosi come si legge nella perizia medico-legale redatta dall’on. dr. Roberto Napoli, solo oggi depositata: «L’esecuzione di uno sfratto è sempre un evento drammatico e fortemente traumatico per chi lo subisce, perché rappresenta l’allontanamento coatto dalla propria casa, dal proprio habitat familiare, cioè dal luogo dove si vive, ove ci sono i propri affetti e le proprie cose, ma soprattutto il luogo dove, specie un anziano, invalido grave al 100% con accompagnamento, si sente protetto e tutelato. Nel caso in esame (sfratto coatto avvenuto il 27/06/2014) il soggetto sfrattato Di Domenico Carmine, ha più di 85 anni, è assistito a dimora da ossigenoterapia erogata a mezzo sondino nasale (1/k min) per grave B.P.C.O. Lo stesso è anche affetto (patologie accertate ed ampiamente documentate da vari medici specialisti, dal CTU dr. Antonio Vetrano e dalla stessa struttura sanitaria ove è, al momento ricoverato) da morbo di parkinson, vascolopatia cerebrale cronica con iniziale deterioramento cognitivo e mnesico, progresso IMA cardiopatia ischemica cronica, ipertiroidismo, incontinenza urinaria.
Trattasi, pertanto, di un soggetto “labile compenso emodinamico e cardio-respiratorio” che può morire improvvisamente per rottura di questo equilibrio instabile, causato da vari eventi e certamente l’allontanamento dal proprio habitat e dalla propria “casa” rappresenta un evento traumatico e violento tale da destabilizzare tale equilibrio e causare la morte. Lasciano anche sconcertati e perplessi le modalità dell’esecuzione dello sfratto. In casa, al momento dell’esecuzione, tranne i due anziani invalidi, non era presente alcun familiare. Buon senso avrebbe imposto agli esecutori di soprassedere. Il paziente, che non abbisognava di ricovero ospedaliero sorto solo a seguito della rimozione forzata, dalla sua propria casa godeva di un equilibrio psico-fisico conseguente non solo alla corretta terapia medica ed ossigenoterapia praticata, ma soprattutto all’assistenza dei propri familiari, al calore ed all’affetto della sua famiglia che, sappiamo, vale molto di più dei farmaci, come dimostrano severi e seri studi medici di gerontologia ed assistenza agli anziani.
Dalle valutazioni cliniche e medico-legali innanzi esposte, risulta evidente che il sig. Di Domenico Carmine, ha corso un reale pericolo di vita, che per la rottura dell’instabile equilibrio cardio-operatorio e metabolico, avrebbe potuto e può portarlo a morte improvvisa. Tale pericolo era stato ben evidenziato anche dal giudice terzo, dr. Scermino, che invitava la Procura della Repubblica alla cautela nel caso di occupanti della casa abusiva ammalati. A questo punto tre domande sorgono spontanee: Vista l’ampia scelta tra migliaia di case da sgomberare ed abbattere, perché Carmine è stato prescelto come primo? Ed in base a quale criterio di priorità? Qual è stato il motivo d’urgenza per eseguire uno sfratto così cruento, senza aspettare che la natura compisse il suo corso consentendo a Carmine un addio alla vita nel suo letto con il conforto dei suoi cari? Questi i fatti. Nessuna tendenziosità. Solo un appello all’umanità, inascoltato!
Sia l’ottimo Procuratore della Repubblica, dr. Izzo, che stimo e rispetto per quanto con coraggio emulabile sta svolgendo nella Procura di Nocera ardua frontiera di un territorio aggredito e pesantemente afflitto dalla grande criminalità organizzata e non, che io, siamo parti paritarie - accusa e difesa- nel processo penale. Terzi giudicheranno eventualmente nelle sedi competenti giudiziarie, e non, quanto accaduto che non solo a nostro sommesso avviso e giudizio non andava fatto per le gravissime conseguenze causate. Certo è che il sacrificio umano di Carmine (che se morirà e mi auguro di no, che Dio non voglia, sarà il tormento della mia coscienza per non essere riuscito a salvargli la vita, anche se ho fatto l’impossibile!) ha mosso le acque a fronte di un problema drammatico che se non risolto nella sede legislativa, con l’approvazione dell’ultimo e definitivo condono tombale e della legge che impedirà il ripetersi dell’abusivismo, alla quale oltre al sottoscritto stanno lavorando gratuitamente luminari del peso e valore del prof. Aricò, prof. Di Lieto ed anche del costituzionalista prof. Armando Lamberti.
Nessuno dei 360mila e più cosiddetti abusivisti credeva che dopo ben 12 anni potessero venire buttati fuori dalla propria casa. La sorte di Carmine ha “sgomberato” il sogno di chi si credeva intoccabile e di qui una mobilitazione generale campana, foriera di altri eventi drammatici che vorremmo impedire con la soluzione proposta e sottoposta a tutti gli interessati deputati ad accoglierla e votarla in Parlamento. Ma ahimè! Questo è il triste bel Paese, oggi non più, che per vedere risolti i problemi aspetta sempre prima inerme che ci scappi il morto.
Avv. Alfonso Senatore
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