Tu sei qui: CronacaAltre croci uncinate, allarme razzismo
Inserito da (admin), venerdì 22 luglio 2005 00:00:00
A distanza di pochi giorni torna l'incubo delle croci uncinate e delle scritte che inneggiano all'intolleranza razziale. Stavolta lo sfregio è toccato ad un anonimo pannello usato per segnalare la presenza di un cantiere, nei pressi di Piazza Duomo. «Difendete la Nazione: no all'immigrazione»: questo il messaggio a chiare tinte razziali apparso su un cartellone bianco. La frase, scritta con bomboletta di colore nero, accompagnato dal disegno di croce nera, pur rimanendo anonima, si collega al clima di intolleranza che sembra trovare forte seguito in città. A pochi isolati di distanza, infatti, lo sguardo si ferma su un'altra scritta, che invoca alla Guerra Santa contro gli extracomunitari. Una serie di segnali, di piccoli episodi, che fanno tenere alta la guardia. Le Forze dell'Ordine fanno appello al buon senso. «Non creiamo allarmismi», continuano a ripetere ormai da alcuni mesi. Eppure, la lista dei precedenti cresce. Le indiscrezioni trapelate dagli ambienti investigati confermerebbero l'attenzione da parte degli agenti della Digos di Salerno ai segnali lanciati dalla città in queste ultime settimane. A quanto si apprende dagli ambienti investigativi, gli episodi a sfondo razzista registratisi in città sono attribuibili ad un'area genericamente indicata come di "estremismo di destra". E così, scritte a sfondo razzista sono state scoperte, qualche giorno fa, vicino alla filiale della Banca dell'Emilia Romagna. Frasi offensive nei confronti dei clandestini, e più in generale degli extracomunitari, sono comparse sulle mura di Corso Umberto I. L'ultima in ordine di tempo risale al mese scorso. «Vendetta per Claudio. Fuori i clandestini dal paese»: è la frase che campeggiò negli ultimi giorni di giugno su alcuni pannelli di legno, usati per la ristrutturazione di un negozio. Il messaggio, dai toni chiaramente razziali, seguiva il clima di odio instauratosi dopo il delitto di Claudio Meggiorin, il barista ucciso nel Varesotto da un ragazzo albanese.
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