Tu sei qui: CronacaAlluvioni e frane, l'avv. Senatore denuncia: «Nessuna messa in sicurezza»
Inserito da (admin), venerdì 11 novembre 2011 00:00:00
I tragici eventi alluvionali che hanno colpito nei giorni scorsi pregevoli aree e borghi della Liguria e della Toscana, nonché la stessa città di Genova, inducono nuovamente a riflettere sulle possibili ed ancor più tragiche conseguenze che potrebbero verificarsi sul territorio di Cava de’ Tirreni nel malaugurato caso di analoghe condizioni meteorologiche di pari o anche minore intensità e durata.
E’ sempre meglio prevenire che curare. Le zone ad alto rischio idrogeologico sono Alessia, Dupino, San Martino, S. Anna, etc. etc. Ricordiamo l’alluvione del 1954. Qui potrebbe accadere una catastrofe. Gran parte dei tipici terrazzamenti a secco purtroppo in progressivo stato di abbandono, la quasi totalità dei valloni pluviali sono intasati da materiali di risulta scaricati dall’uomo, da vistosi cumuli di detriti trasportati negli anni dalla pioggia, da fitta vegetazione arbustiva di ogni genere e finanche da alberature di alto fusto, numerosi i costoni e zone franose a rischio. Il tutto da ben individuare con un Piano di Assetto idrogeologico da far redigere dal C.U.GRI. e dall’Autorità di Bacino, con la partecipazione dell’Ente Comune, ed approvato dalla Giunta Regionale della Campania.
La situazione cavese, per la quale nessuno interviene, è fonte di immenso pericolo per l’incolumità di persone e beni, soprattutto in considerazione della tormentata morfologia ed orografia del territorio cavese. La messa in sicurezza dell’intero territorio di Cava, pur doverosa, ove si consideri l’enorme rilevanza ambientale di una tra le più belle aree regionali, richiederebbe l’impiego di immense risorse economiche di cui le istituzioni competenti forse neppure dispongono. Ma una siffatta amara constatazione non giustifica affatto la pressoché totale assenza del Comune di Cava e della Regione dinanzi alle pressanti ed indilazionabili esigenze di porre mano agli interventi più urgenti e meno costosi di prevenzione, quali la pulizia e manutenzione sistematica dei valloni pluviali, nonché dei fiumiciattoli (torrenti) e le loro aree limitrofe, onde consentire un regolare ed agevole deflusso delle acque meteoriche in condizioni meteo normali o eccezionali.
Nel contempo, andrebbe ordinata la costante o almeno periodica manutenzione di tutti i terrazzamenti e terreni agricoli e boschivi da parte dei privati proprietari, anche col ricorso, ove occorresse, all’esecuzione di lavori in danno, con particolare cura per tutte le normali ed indispensabili opere di regimentazione delle acque superficiali da convogliare nei valloni pluviali più prossimi. Prevedendo finanche l’esproprio forzoso dei terreni e l’assegnazione a nuovi soggetti dichiaratisi disponibili a provvedere, allorquando gli attuali proprietari non siano in condizioni e non abbiano voglia di provvedervi.
Inoltre, poiché quando piove, piove per tutti, è assolutamente deprecabile ed inammissibile l’abitudine ormai diffusa da parte dei privati, peraltro irresponsabilmente tollerata dai vari enti competenti, di ostruire arbitrariamente le feritoie di scolo pluviale presenti a distanza quasi regolare lungo tutti i parapetti delle vie pubbliche, allo scopo di evitare lo sversamento di modeste quantità di acque meteoriche nei propri territori posti a valle delle strade, rotabili e pedonali, che finiscono in tal modo per trasformarsi spesso in autentici torrenti d’acqua la cui furia provoca nella maggior parte dei casi danni ancora più gravi nei terreni in cui alla fine si riversano tumultuosi.
Nelle attuali condizioni, per quanto riguarda ad esempio il territorio di Cava, l’impatto di eccezionali quantità di pioggia (le cosiddette “bombe d’acqua”) su limitate superfici del territorio, causerebbe con certezza l’ostruzione di alcuni valloni pluviali a causa dei detriti e dell’abbondante vegetazione, provocando l’inevitabile innalzamento del livello delle acque meteoriche ed il possibile conseguente loro sversamento lungo le strade pubbliche, carrabili o pedonali, mettendo seriamente a rischio l’incolumità di persone e beni. Per cui occorre, con priorità assoluta, prestare la massima necessaria attenzione a tutti i lavori ed iniziative atti a favorire il regolare deflusso delle acque pluviali, anche in caso di abbondanti precipitazioni di particolare intensità e durata.
In mancanza di adeguate disponibilità finanziarie, ritengo doveroso innanzitutto l’utilizzo a tal fine di buona parte delle notevoli risorse destinate, spesso anche per motivi elettoralistici o clientelari, allo svolgimento di feste, sagre, spettacoli e pseudo manifestazioni di dubbio interesse e valenza turistico-artistico-culturale, destinate quasi sempre a concludersi con lo spreco di ripetitivi e costosi spettacoli pirotecnici. Se non si ravvisa una tale disponibilità di responsabile comportamento, allora, al verificarsi di malaugurati eventi catastrofici e/o luttuosi, non del tutto imprevedibili, istituzioni e cittadini evitino di dissertare con il facile senno di poi sulla ricerca di possibili cause e responsabilità di eventi tragici di cui tutti dovremmo, invece, sentirci ugualmente responsabili.
Avv. Alfonso Senatore, Presidente dell’Associazione “Città Unita”
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