Tu sei qui: CronacaAffaire Se.T.A., Fiorillo e Caliendo nei guai
Inserito da (admin), lunedì 7 marzo 2005 00:00:00
Processo in vista, davanti alla Corte dei Conti, per l'ex sindaco Raffaele Fiorillo, l'ex assessore al Bilancio, Roberto Caliendo, e per Eduardo D'Amico, Rosario Carlo Noto La Diega e Franco Sassaroli, rispettivamente ex presidente, amministratore delegato e direttore della Se.T.A. Spa, la società mista a maggioranza pubblica che venne costituita nel 1994 per gestire i servizi territoriali ambientali. Secondo l'atto di citazione, firmato dal vice procuratore generale Tiziana Spedicato, i convenuti dovrebbero pagare alle casse comunali per presunto danno patrimoniale 69.722,76 euro (Fiorillo e Caliendo) e 395.196,90 euro (D'Amico, Noto La Diega e Sassaroli). Si devono aggiungere, poi, somme di pari importo, a titolo di presunto danno non patrimoniale all'immagine, per complessivi 929.839,32 euro (circa 1 miliardo e 800 milioni di lire). La Procura regionale della Corte dei Conti, diretta da Arturo Martucci di Scarfizzi, ha messo sotto accusa la vendita, sottocosto rispetto al valore reale, di azioni di proprietà del Comune, nonché il canone corrisposto alla Se.T.A., che ha tenuto peraltro conto, sotto la voce "spese generali", di costi per personale mai assunto. Al termine dell'istruttoria contabile, che ha preso le mosse dall'inchiesta penale conclusasi di recente con la piena assoluzione degli inquisiti, il vice procuratore Spedicato ha chiesto il processo per gli ex amministratori comunali e per i manager della Se.T.A. per due filoni di indagine. Il primo, relativo alla deliberazione consiliare votata nel 1997, riguarda la vendita delle azioni della Se.T.A. ad un valore di gran lunga inferiore a quello reale, in violazione delle norme e dei principi validi in materia di alienazione dei beni patrimoniali pubblici. Il secondo filone dell'inchiesta ha per oggetto l'importo (395.196,90 euro) che la Se.T.A. ha percepito in più del dovuto dal Comune. A tale importo, però, non è correlata alcuna utilità o controprestazione. Da qui l'accusa di presunto danno patrimoniale. L'atto di citazione della Procura regionale della Corte dei Conti concerne anche il presunto danno all'immagine, essendo stata data ampia diffusione sulla stampa delle vicende contestate. Le 3.000 azioni della Se.T.A. furono vendute nel 1997 ai Comuni di Eboli, Capaccio, Positano, Pagani, Scafati, Fisciano, San Valentino Torio e Nocera Inferiore, per il valore nominale pari a 10mila lire per ogni azione, benché il valore reale non corrispondesse più al valore iniziale. L'inchiesta prosegue a carico di D'Amico, Noto La Diega e Sassaroli per fatture emesse in mancanza di effettiva prestazione e di documentazione giustificativa.
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