Tu sei qui: CronacaAcqua, bloccata la privatizzazione
Inserito da (admin), lunedì 6 agosto 2012 00:00:00
L’Amministrazione comunale, spinta da un’Autorità regionale scaduta, voleva trasferire la gestione dell’acquedotto cittadino all’Ausino spa, società commerciale che può finire, da un momento all’altro, in mani private e per somme irrisorie. Insomma, quello che era uscito dalla porta sarebbe rientrato dalla finestra. Vanificazione, cioè, del risultato dei referendum del giugno 2011.
Immediatamente si mobilitano Davide contro Golia e Cava 5Stelle. Nel giro di poche ore nasce un comitato “Acqua pubblica”, al quale aderiscono associazioni, partiti di destra e sinistra. Mario Farano redige un ordine del giorno, da proporre in Consiglio comunale, affidandone la lettura ad un consigliere. Ci si domanda: possono amministratori scaduti, delegati dalla Regione, fare atti straordinari, come quello che chiede al Comune di trasferire ad una società commerciale l’acqua che è un bene comune?
Per fare in modo, una volta per tutte, che l’acqua sia dichiarata pubblica, trasformiamo l’Ausino in società pubblica. Mario Farano fa notare che, addirittura, l’attuale statuto dell’Ausino prevede la possibilità dell’imbottigliamento dell’acqua. Questi vogliono fare 2 tariffe: 1) acqua delle sorgenti per chi può permettersi di pagare un prezzo alto; 2) acqua dei pozzi per i meno abbienti. Ma il popolo cavese, con i referendum del giugno 2011, si è già espresso contro la privatizzazione dell’acqua, con 25.910 voti pari al 97,80% al primo quesito (acqua pubblica) e con 26.063 voti pari al 98,10 al secondo quesito (no alla remunerazione del capitale).
Risultato dell’azione: l’Amministrazione ritira la proposta di trasferire la gestione dell’acqua alla società commerciale Ausino spa ed il Consiglio comunale, all’unanimità, approva la procedura di trasformazione dell’Ausino in azienda speciale consortile. Così operando la proprietà sarà per sempre pubblica, pur dovendosi garantire una gestione economica, efficiente ed efficace.
La cronaca del Consiglio comunale
In Consiglio, serrata la discussione sulle tesi proposte, lette da Enrico Polichetti, a nome dei consiglieri di minoranza, che propongono la trasformazione di Ausino in azienda speciale consortile, quindi in società pubblica, come tale inattaccabile dagli assalti della speculazione commerciale.
L’ex sindaco Luigi Gravagnuolo rincara la dose: la gestione pubblica di un servizio di interesse economico generale è ammessa dai principi e dalle regole del diritto comunitario, che possono applicarsi direttamente nell’ordinamento italiano, anche in assenza - com’è il caso attuale - di una disciplina nazionale di adeguamento, come del resto riconosciuto dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 24 del 26 gennaio 2011.
Pasquale Scarlino polemizza apertamente con l’estensore dello statuto dell’Ausino, laddove si prevede la possibilità dell’imbottigliamento dell’acqua, prefigurando la possibilità della doppia tariffa: acqua proveniente dalle sorgenti d’alta quota ed imbottigliata, ad un prezzo di mercato, per chi può permettersela ed acqua dei pozzi per i meno abbienti. L’avv. Marco Senatore, partecipe del gruppo di studio, contesta strenuamente le controtesi giuridiche avanzate dall’assessore relatore.
Enzo Servalli sottolinea il fatto che il popolo cavese, con i referendum del 12 e 13 giugno 2011, si è già espresso contro la privatizzazione dell’acqua, con 25.910 voti pari al 97,80% al primo quesito (acqua pubblica) e con 26.063 voti pari al 98,10 al secondo quesito (no alla remunerazione del capitale nella gestione dell’acqua).
Antonio Palumbo ricorda che vi è un movimento di popolo che va in direzione dell’acqua pubblica, del quale si è fatto portabandiera il Comune di Napoli, che il 26 ottobre 2011 ha deliberato la trasformazione dell’azienda locale, che gestisce le risorse idriche, in “azienda speciale consortile”.
Michele Mazzeo argomenta che l’azienda Ausino dovrebbe avere come obiettivo quello di garantire il soddisfacimento dell’interesse collettivo di tutta la comunità, obiettivo che contrasta con quello di una società commerciale che si deve porre l’obiettivo di generare un profitto economico da distribuire ai soci.
Giovanni Del Vecchio, nonostante che, per motivi organizzativi, non sia stato adeguatamente coinvolto, sostiene l’iniziativa tesa ad evitare speculazioni sull’acqua e sulla salute dei cittadini cavesi. In sintonia con quanto esposto dai colleghi si sono dichiarati Luca Alfieri e Nunzio Senatore. Il risultato è che l’Amministrazione ritira la proposta di trasferire la gestione dell’acqua alla società commerciale Ausino spa.
Mario Farano - Coordinamento “Acqua pubblica”
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