Tu sei qui: CronacaAbusivismo, sì al piano Servalli
Inserito da (admin), martedì 1 dicembre 2015 00:00:00
La sempre spinosa questione dell’abusivismo edilizio tra i principali argomenti che hanno caratterizzato la seduta di Consiglio comunale di ieri mattina, lunedì 30 novembre. Nello specifico, il parlamentino cittadino metelliano ha dato il via libera alle modifiche proposte dall’Amministrazione Servalli per quanto riguarda la delibera di Consiglio comunale n. 99 del 15 dicembre 2014, che prevede una procedura di acquisizione al patrimonio comunale degli immobili abusivi e la possibilità di fittarli eventualmente agli stessi occupanti, così come contempla la legge regionale 5 del 2013.
La novità più sostanziale prevede che l’acquisizione dell’immobile al patrimonio comunale e la dichiarazione di preminente interesse pubblico dello stesso da parte della Giunta e del Consiglio avvengano solo in un secondo momento, ovvero dopo la pronuncia della Sovrintendenza e degli altri organi deputati a valutare i vincoli paesaggistici ed ambientali. Inoltre, nella gestione delle pratiche sarà tenuto conto del criterio cronologico, a partire dal 1994.
«Si tratta di una scelta metodologica, politica, ma soprattutto pratica - ha spiegato il sindaco Servalli - È giunto il momento di dire basta a questi conflitti con altri interlocutori istituzionali, ma bisogna costruire rapporti sereni e rispettosi dei ruoli per risolvere la problematica».
A criticare aspramente la decisione dell’Amministrazione Servalli è stato l’ex sindaco Marco Galdi: «Si tratta di una scelta dalle conseguenze gravissime. In presenza di abbattimenti programmati dalla magistratura penale, posporre la manifestazione della volontà di applicare la legge regionale all’acquisizione del parere della Sovrintendenza vuol dire non opporre alcun avvio di procedimento di acquisizione e, quindi, lasciar fare. Tutto ciò per non assumersi un briciolo di responsabilità».
Non si è fatta attendere la replica del consigliere di maggioranza, Giovanni Del Vecchio: «L’impianto della delibera 99 non è sufficiente a sospendere l’attività della magistratura penale, anzi, acuisce lo stato di tensione ed alimenta false speranze ed illusioni. L’unica strada perseguibile è quella di avviare una collaborazione proficua con gli enti interessati, per cercare di risolvere la problematica».
Valentino Di Domenico
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