Tu sei qui: CronacaA casa gli 8 ultrà arrestati
Inserito da (admin), martedì 5 febbraio 2008 00:00:00
Convalidato l'arresto per gli 8 ultrà della Cavese. Il giudice revoca la misura cautelare in carcere. Ed in attesa dell'inizio del processo (rinviato a fine mese) li obbliga a non lasciare Cava. Nella stessa serata di ieri sono tornati a casa Andrea Alfieri 22 anni, Errico Coppola 20 anni, Antonio Ferrara 27 anni, Giovanni Ragosta 28 anni, Angelo Salsano 33 anni, Umberto Sorrentino 30 anni, Claudio Vernacchio 22 anni e Luigi Vitale 36 anni, arrestati per gli scontri prima della gara Verona-Cavese con l'accusa di resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Smentite l'ipotesi di un processo per direttissima, nelle prime ore della mattinata si è tenuta l'udienza di convalida. Il Giudice per le indagini preliminari ha convalidato gli arresti, ma ha accolto per tutti (nonostante la presenza tra gli arrestati di giovani con precedenti specifici, come il caso di Ragosta) l'istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati Mario Secondino e Giovanni Adami del Foro di Udine (difensori di tutti e 8 gli arrestati). Il giudice ha così deciso la scarcerazione con l'obbligo di dimora, impedendo di fatto la partecipazione ad altre trasferte. Per loro è inevitabile il provvedimento di daspo, che impedirà l'accesso allo stadio. Stessa punizione per gli altri 5 tifosi fermati e denunciati dalla Polizia e dai Carabinieri di Verona. E non solo. Sarebbero 30 gli ultras identificati dalle Forze dell'Ordine dopo gli scontri. Anche per loro potrebbe scattare l'interdizione dai campi di calcio.
Secondo la ricostruzione fornita dalla Questura di Verona, gli scontri sarebbero nati all'ingresso del settore riservato agli ospiti. Secondo la Polizia, da Cava sono giunti in 400, un centinaio non erano in regola con i biglietti. Circa la metà ne erano sprovvisti, gli altri si erano presentati con il tagliando i cui nominativi non corrispondevano con quelli relativi ai possessori. È stata la scintilla che ha acceso la miccia. Quando gli agenti, impiegati per il servizio d'ordine, hanno vietato loro l'ingresso, i facinorosi hanno iniziato a rumoreggiare e piano piano dalle parole si è passati ai fatti. Dapprima insulti e spintoni, poi tutto è degenerato. Gli ultras che si trovavano fuori dallo stadio hanno forzato i cancelli. E così le persone a cui era stato vietato l'ingresso sono arrivati a contatto con i poliziotti, che hanno reagito con diverse cariche. La situazione è precipitata, complice il coinvolgimento degli altri ultras che già si trovavano sugli spalti e che sono intervenuti per partecipare agli scontri. I tafferugli sono durati circa 30 minuti, sotto gli occhi attenti delle telecamere.
Stando alla ricostruzione della Polizia, i facinorosi avrebbero sfasciato i servizi igienici dello stadio e divelto rubinetti, mattonelle e pezzi di ceramica, utilizzati come armi negli sconti. I poliziotti hanno risposto con lacrimogeni e manganelli. 3 agenti ed uno steward hanno avuto la peggio e sono stati medicati al Pronto Soccorso. 5 tifosi della Cavese sono stati subiti arresti, intanto è iniziato il riconoscimento. 30 le persone fermate ed identificate, 5 denunciate. Altri 3 ultras, riconosciuti dai filmati delle telecamere, sono stati arrestati. Per loro una notte in carcere. I primi 5 ultras sarebbero stati arrestati nel pomeriggio, per altri 3 il provvedimento sarebbe scattato dopo la visione dei nastri della telecamere a circuito chiuso, in funzione allo stadio "Bentegodi". Nelle ore successive agli scontri sono circolate voci circa la presenza al "Bentegodi" di altri gruppi di tifoserie campane.
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