Tu sei qui: Cronaca37 anni dal terremoto del 1980, sindaco Servalli: «Ferite sempre vive»
Inserito da (redazioneip), giovedì 23 novembre 2017 11:28:30
Erano le 19.35 di domenica 23 novembre 1980. Un'onda sismica del settimo-ottavo grado della scala Mercalli, equivalente ad una magnitudo fra 6,5 e 6,8 della scala Richter, scosse l'Appennino meridionale, tra Campania e Lucania, con epicentro l'area di confine tra le province di Avellino, Salerno e Potenza.
A 37 anni di distanza dal terremoto dell'80, affiorano alla mente quei momenti tragici che videro Cava de'Tirreni soccombere sotto le scosse e perdere quattro suoi concittadini. Due anziani e i loro due nipotini, rimasero sotto le macerie del crollo del palazzo dove vivevano, in via Alfieri.
«Un pensiero alle 3000 vittime ed a nonna Mariaolmina Masullo, il nonno Carmine Masullo ed ai due nipotini, Flavio Giordano, Maria Olmina Matonti e Carmela Ferrara, 44 anni di Santa Lucia, le vittime cavesi di quel tragico giorno - afferma il Sindaco Vincenzo Servalli- ferite sempre vive nell'anima ed ancora purtroppo reali, concrete, visibili come i campi container che nel corso degli anni hanno accolto non solo terremotati e che nel prossimo anno elimineremo completamente dalla nostra bellissima vallata. Le drammatiche immagini dei paesini del centro Italia ci hanno riproposto il tema della prevenzione che sosteniamo e per la quale siamo fortemente impegnati. Inoltre, da alcuni mesi abbiamo attivato una applicazione che può essere scaricata su telefonini e tablet, realizzata dalla nostra Protezione Civile, utile in caso di calamità e per avere sempre a portata di mano le aree sicure che sono state individuate sul nostro territorio».
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