Tu sei qui: Cronaca27 tifosi alla sbarra
Inserito da (admin), mercoledì 9 giugno 2004 00:00:00
Si sono costituite parti offese, e come tali figureranno nel prossimo dibattimento, il Comune, il Ministero dell'Interno per l'Amministrazione della Polizia di Stato ed i 10 agenti del Commissariato di Polizia locale, impiegati per il servizio d'ordine nel terrificante incontro di calcio Cavese-Trapani del 20 febbraio del 2000, conclusosi con scene di guerriglia ed un bollettino di guerra. Domani mattina, per i 27 tifosi biancoblù imputati per lesioni, oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento, riprenderà il processo dopo una serie di rinvii per questioni procedurali. Nell'aula bunker del Tribunale di Salerno (III Sezione Penale), davanti al dott. Iannicelli, dovranno comparire Antonio, Giuseppe ed Umberto Bisogno, Francesco De Rosa, Francesco Di Martino, Antonio e Claudio Magliano, Alfonso Marzano, Massimo Masullo, Walter Matonti, Alfonso Mazzotta, Antonio Memoli, Daniele Minelli, Vincenzo Palmieri, Giacomo Pelliccia, Massimo Punzi, Giovanni Ragosta, Alessandro e Vincenzo Senatore, Daniele e Maurizio Sorrentino, Luigi Taiano, Vincenzo Baldi, Giuliano Caldarese, Gaetano Pastore, Gianluigi Ciuccio, Giuseppe Mancusi e Maurizio Siani (difesi dagli avvocati Enrico Farano, Giovanni Del Vecchio, Marco Senatore e Giuseppina Strada). Secondo l'accusa, i tifosi lanciarono grosse pietre e pezzi di cemento, divelti dalle gradinate e dai servizi igienici dello stadio comunale, contro il personale di Polizia. I 10 agenti aggrediti durante gli scontri saranno i primi ad essere ascoltati in aula per ricostruire i fatti accaduti all'interno del "Simonetta Lamberti". E non solo. In aula gli investigatori del Commissariato locale saranno chiamati a ripercorrere le fasi delle indagini: i modi ed i tempi con i quali si riuscì a risalire ai presunti colpevoli. Nell'inchiesta seguita dalla Procura ci sarebbe la ricostruzione dettagliata della guerriglia, con la descrizione di atti di violenza circoscritti, come il lancio di bottiglie, sassi, pezzi di cemento ed altri oggetti contundenti divelti dalle gradinate e dai servizi igienici. Secondo l'accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Roberto Penna, il gruppo di tifosi violenti, se pur sprovvisto d'armi convenzionali, visto il buon esito delle perquisizioni all'ingresso dello stadio, usò materiali di fortuna per aggredire gli agenti. Secondo gli inquirenti, i 10 poliziotti subirono lesioni personali, guaribili in una decina di giorni. Quanto basta per far scattare l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali aggravate. Nel corso degli scontri lo stadio comunale subì numerosi danni. Nelle precedenti udienze il Comune, nella persona del sindaco pro tempore, si è costituito parte offesa. Intanto, in queste ore si attendono nuovi sviluppi sull'inchiesta per vilipendio, adunanza sediziosa ed istigazione alla violenza, che vede coinvolti 58 ultrà. Sarà depositata la motivazione con cui il Tribunale della Libertà ha rigettato il ricorso, presentato dagli avvocati Enrico Farano e Roberto Lanzi, per il dissequestro del materiale prelevato dagli agenti di Polizia durante il maxi-blitz del mese scorso nelle abitazioni dei tifosi indagati e nelle sedi di alcuni circoli cittadini.
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