Tu sei qui: Cronaca15enne aggredito da una 30enne albanese
Inserito da (admin), mercoledì 18 giugno 2008 00:00:00
Forse uno sguardo di troppo rivolto a sua figlia o semplicemente vecchie ruggini di vicinato, alimentate da qualche bicchiere di troppo. È stato così che ieri mattina, nel campo prefabbricati di Pregiato, è scoppiata una rissa: una donna di 30 anni, di origine albanese, ha aggredito uno studente di 15 anni, procurandogli dei tagli al collo ed alle braccia. Secondo la ricostruzione fornita dai testimoni, la donna, non ancora soddisfatta, si sarebbe fatta aiutare dalla figlia ed armata di coltello da cucina avrebbe minacciato di colpirlo. L'intervento dei familiari del giovane e poi l'arrivo di una volante del Commissariato di Polizia (sul posto è giunta anche una gazzella dei Carabinieri della Stazione locale) ha evitato che la lite finisse in tragedia. E scene di tensione si sono vissute anche al Pronto Soccorso dell'ospedale "Santa Maria dell'Olmo", dove il ragazzo è stato medicato e sottoposto ad esami radiografici. La vicinanza con la donna, che ha chiesto agli agenti di essere visitata, ha inasprito gli animi dei molti presenti, che hanno minacciato un vero e proprio linciaggio.
Al momento risulta ancora in via di accertamento il motivo che ha scatenato la rissa, così come la ricostruzione appare per molti tratti ancora frammentaria. Sull'episodio stanno indagando gli uomini del Commissariato, diretto dal vicequestore Pietro Caserta. Per ora nei confronti della donna c'è solo una denuncia per aggressione presentata dai familiari della presunta vittima. La mancanza di flagranza di reato ed una prognosi inferiore ai 10 giorni non consente agli investigatori di emettere alcun provvedimento restrittivo. «Mi ha chiamato figlio di buona donna e poi mi ha assalito, con le unghie e con i denti mi ha procurato dei tagli al collo ed alle braccia», inizia così il racconto il ragazzo di appena 15 anni, studente all'Istituto Tecnico Commerciale, coinvolto nella rissa.
Sono da poco trascorse le 9 al campo prefabbricato di Pregiato: «Quella donna vive lì insieme alla figlia - continua il racconto - Anche io vivo con la mia famiglia nei prefabbricati e la conosciamo perché beve e va sempre in escandescenze anche senza motivo». Ieri mattina, secondo cause ancora in fase di accertamento, tra i due sarebbe scoppiata una discussione: «Mi ha chiamato figlio di buona donna, ma io non ho reagito, perché è sempre una signora. E lei ha continuato, mi ha aggredito alle spalle. Ma non basta: ha chiamato la figlia e le ha detto di andare in cucina a prendere i coltelli. Così lo uccidiamo, me lo ha ripetuto più volte». Le urla avrebbero attirato l'attenzione dei genitori del ragazzo, che sono intervenuti per difenderlo: «Mio padre era fuori di sé. Per fortuna non ha fatto niente - racconta il ragazzo - altrimenti potevamo passare un guaio. Quando è arrivata la Polizia, quella donna ha buttato sua figlia a terra per far credere che l'avevamo picchiata». La famiglia del giovane ha presentato una denuncia nei confronti della donna. Secondo i primi accertamenti, possiede regolare permesso di soggiorno e lavoro a Cava da un paio di anni come badante.
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