Territorio e AmbienteErcolano, scoperti i resti dell'ultimo uomo in fuga dall'eruzione del Vesuvio

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Ercolano, scoperti i resti dell'ultimo uomo in fuga dall'eruzione del Vesuvio

«Un ritrovamento da cui ci aspettiamo moltissimo» ha sottolineato all'Ansa il direttore Francesco Sirano, dal 2017 alla guida del Parco Archeologico patrimonio dell'Umanità

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), sabato 16 ottobre 2021 09:11:15

La ripresa degli scavi a Ercolano dopo 25 anni inizia a portare frutti. Nella giornata di ieri è stato scoperto lo scheletro parzialmente mutilato di uomo che la valanga di fuoco e gas sputata dal Vesuvio in eruzione ha fermato a un passo dal mare e dal miraggio della salvezza.

«Un ritrovamento da cui ci aspettiamo moltissimo» ha sottolineato all'Ansa il direttore Francesco Sirano, dal 2017 alla guida del Parco Archeologico patrimonio dell'Umanità.

I resti dell'uomo, un maschio di età matura che secondo i primi esami antropologici dovrebbe avere avuto tra i 40 ed i 45 anni, sono stati trovati alla base dell'altissimo muro di pietra lavica che oggi chiude l'antico fronte a mare. Era riverso con la testa all'indietro in direzione del mare e circondato da pesanti legni carbonizzati, persino la trave di un tetto che potrebbe avergli sfondato la testa. Le ossa appaiono di un rosso acceso, «è l'impronta lasciata dal sangue della vittima», dice l'archeologo spiegando che si tratta di una conseguenza del particolarissimo processo di combustione provocato a Ercolano dalla corrente di magma, cenere e gas arrivata dal Vesuvio.

«Gli ultimi momenti qui furono istantanei, ma terribili - sottolinea - Era l'una di notte, quando il flusso piroclastico esploso dal vulcano raggiunse per la prima volta la cittadina con una temperatura di 300-400 gradi, anzi, secondo alcuni studi anche 500-700 gradi. Una nube bollente che correva verso il mare ad una velocità di 100 chilometri all'ora ed era così densa da non avere ossigeno». Un inferno in terra «che in pochi minuti travolse e inghiottì la parte più alta della città, sradicando i tetti e falcidiando uomini e animali con un calore tale da far evaporare i corpi». Per l'uomo appena ritrovato una morte atroce, che «deve aver visto in faccia».

La scoperta potrà portare nuova luce sugli ultimi momenti di vita della cittadina seppellita come la vicina Pompei dall'eruzione del 79 d.C.

Foto: ANSA

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