Territorio e AmbienteCava de' Tirreni, nella frazione di Alessia il battesimo del progetto "Camminare il paesaggio"

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Cava de' Tirreni, nella frazione di Alessia il battesimo del progetto "Camminare il paesaggio"

L'appuntamento è stato alle 10,00 nella piazzetta della frazione di Alessia, da cui si può ammirare Monte San Liberatore con il suo eremo

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), giovedì 18 novembre 2021 15:17:34

di Angela Vitaliano

L'autunno invita alle passeggiate tranquille nei boschi e nelle colline, adatte a tutti: alle famiglie, ai giovani, agli anziani. Se poi ad esse si unisce la scoperta storico-ambientale del proprio territorio, con l'aggiunta di piccole pillole teatrali che aiutano a capire quanto era apprezzata la nostra amata valle Metelliana dai viaggiatori e dalle viaggiatrici, di tutti i tempi, la giornata " s'illumina d'immenso". Lo abbiamo sperimentato domenica 14 novembre, complice il clima clemente, con il battesimo del progetto "Camminare il paesaggio". Titolo quanto meno strano, "una forzatura della grammatica" come l'ha definita Dario Cantarella, uno degli ideatori. Eppure nessun titolo sarebbe stato più indicato e forse è stato anche l'idea vincente che ha richiamato molti appassionati, cavesi e non, delle passeggiate e della storia locale.

L'appuntamento è stato alle 10,00 nella piazzetta della frazione di Alessia, da cui si può ammirare Monte San Liberatore con il suo eremo, e dove siamo stati accolti da: Dario Cantarella, storico dell'arte, l' espertissima professoressa Lucia Avigliano, già ideatrice del progetto "Itinerari d'ambienti", Aniello Ragone, ingegnere appassionato di storia locale, il professore Salvatore Milano, studioso del territorio da oltre quarant'anni, che ci hanno anticipato un po' il programma della mattinata . Alla partenza sapevamo già cose che prima ignoravamo o avevamo dimenticato: quale la storia dell'eremo che prima era chiesa, donata dal vescovo di Salerno, Giovanni, nel 979, alla monaca Susanna che lo trasformò in monastero, e che diventò eremo nel 1300, quando le monache se ne andarono a Salerno; il ricordo della tragica alluvione del 1954 che, oltre Vietri e dintorni, interessò anche questa bella frazione, e i danni che essa apportò agli edifici principali, quale la Chiesa principale la cui facciata fu rifatta dal Genio Civile di Salerno, completamente diversa dall'originale, e che fu causa dello spopolamento del borgo; i nomi dei personaggi più importanti: il notaio Landi, il capomastro Pietro Jovane, la famiglia D'Arienzo, la famiglia Cafaro tutti stuccatori. Dopo pochi metri, abbiamo fatto la prima sosta nella Chiesa dove ci ha accolto il presidente della locale associazione Alema, che si occupa di preservare il ricordo del passato, che ha avuto parole di ringraziamento per la notevole presenza di pubblico . Abbiamo ammirato i quadri di Filippo Pennino, di Benevento, che ancora sono presenti. La Chiesa di Alessia, fu fatta costruire nel 1692 dal notaio Landi, terminata poi da Pietro Jovene,di cui un parente costruì la cappellina dell'Arcangelo Raffaele, passata poi alla famiglia D'Arienzo, attuale proprietaria. Con Aniello Ragone come guida abbiamo visitato il piccolo ma importante museo civico, che raccoglie le testimonianze dell'alluvione e dei mestieri di un tempo. Il cammino è ripreso e ci siamo fermati alla cappellina dell'Arcangelo Raffaele e qui abbiamo ascoltato la storia che si tramanda da secoli dell'incontro tra il reverendo Jovene e l'Arcangelo Raffaele, che in sogno gli avrebbe chiesto di costruire una cappella a lui dedicata.

La passeggiata è continuata gradevolmente nel verde, lontani dal caos che caratterizza la vita quotidiana. È stato come trovarsi in altre epoche, quando la vita scorreva più lenta. Un paesaggio da sogno. Nell'ultima sosta prima della Valle, Aniello Ragone ha illustrato la caccia ai colombi, gioco molto praticato e molto seguito, nel mese di ottobre e che aveva un suo preciso rituale. Sul territorio cavese erano presenti 32 torri che andavano dal Comune di Nocera Superiore al monte San Liberatore. Le plagarie, terre riservate alla caccia, e gli attrezzi necessari per essa non potevano essere oggetto di pegno o di esproprio per debiti. I frombolieri muniti di una fionda lavorata a mano, liscia, morbida, in pelle di capretto, lanciavano sassi imbiancati con la calce, per far abbassare i colombi e farli cadere nelle reti. Dopo queste interessanti notizie , ci siamo avviati alla Valle dove ci aspettava la prima delle due pillole teatrali. Geltrude Barba, con la sua voce calda, ha dato voce ad alcune pagine del diario di una viaggiatrice inglese anonima, la quale scrive di "apprezzare le bellezze di strade verdi, di boschi ombrosi, le splendide vedute su una collina, una vallata o un mare sconfinato", questo diario lo si può leggere grazie alla traduzione del dr. Federico Guida. Geltrude ha saputo emozionare gli astanti, che non hanno nascosto il loro gradimento. La performance è terminata con l'impersonificazione di una lavandaia del tempo. Applausi meritati. Dopo siamo andati sul punto più in alto, da cui si vede il porto di Salerno e dove ci aspettava Cristina Vitale nei panni di Paolina Craven, scrittrice dell'800, moglie di un funzionario dell'ambasciata britannica a Napoli, innamorata della cittadina Metelliana, in cui visse per alcuni anni, facendo della sua casa un centro di cultura e impegnandosi in opere filantropiche come faceva a Napoli. Anche Paolina scrisse diari in cui descrisse un mondo diverso dal suo, senza giudicarlo, quasi se non più, di un trattato scientifico. Cristina, eterea figura, ha donato più di un brivido di emozione. A malincuore siamo ritornati alla nostra solita routine, conservando nel cuore le emozioni che la mattinata ci ha riservato. La prima è andata bene. Aspettiamo il prossimo incontro certi che sarà ancora più interessante. Cava non è solo movida.

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