Storia e StorieCava de’ Tirreni non dimentica Sabato Martelli Castaldi

Cava de’ Tirreni non dimentica Sabato Martelli Castaldi

Inserito da (Redazione), domenica 24 marzo 2019 20:33:05

di Patrizia Reso

Un chiodo, arrugginito, deteriorato, piegato a quarantacinque gradi, corroso dal tempo, sottile, di quelli che si possono rendere invisibili per tappezzare poltrone, divani... Siamo stati omaggiati da Patricia Martelli Castaldi, nipote del generale Sabato, che ha fregiato la città di Cava con una delle tre medaglie d'oro al valore durante la Resistenza, quando ci ha parlato di suo nonno, persona scherzosa e ironica, prima ancora che militare ligio alla patria. Un chiodo conservato come una reliquia. Prima avvolto in carta velina, poi posto in un sacchetto di iuta. Un chiodo, reso visibile al pubblico presente, posto su un foglio A4 , da non toccare ma renderlo ben visibile agli occhi di ognuno, girando sedia per sedia.. Questo chiodo è stato trovato tra gli effetti personali di Sabato Martelli Castaldi, quando i familiari furono chiamati per il riconoscimento. E' il chiodo con il quale il generale più giovane d'Italia ha inciso la sua ultima frase sul muro del carcere di via Tasso, settantacinque anni fa.

I pochi ma sostanziosi righi, scritti da Calisto Arecco su Masaniello," il partigiano salernitano con la valigia crivellata di colpi", sono stati un altro tuffo in quel passato buio del regime nazifascista da cui l'Italia non si è disintossicato ancora. E di questo dobbiamo essere grati alla figlia, Angela Vitaliano, che ci ha indotti a parlare di un'ennesima strage, sempre compiuta dai nazifascisti, sulle montagne dell'alessandrino, Benedicta.

Anche ascoltare la voce, dolce, ferma, della mente lucida del novantaduenne Antonio Amoretti parlare dei suoi sedici anni è stato un onore per tutti noi presenti. Sentire delle Quattro Giornate di Napoli che hanno dato l'avvio alla Resistenza Popolare, dei giovanissimi, iniziando da Amoretti, che hanno scelto di giocarsi la vita in un momento in cui dovevano solo giocare a l'una monta l'uno, ti stimola a chiederti "che avresti fatto, tu, al posto loro".

In questi tre, ma non unici, momenti emozionanti e toccanti ho riassunto tre giorni di eventi che il Comitato 24 Marzo ha organizzato per ricordare, prima di celebrare, la figura di Sabato Martelli Castaldi, il nostro concittadino trucidato alle Fosse Ardeatine insieme ad altre 334 persone, dai nazifascisti, che oggi pretendono la libertà di manifestarsi.

Sono stati tre giorni intensi, e ci tornerò sopra, grazie alle testimonianze, alle musiche, alle danze, alle letture. Tre giorni che hanno semplicemente preceduto un momento storico di Cava, che si è realizzato sabato mattina, alle 10.30, presso il Palazzo di Città: l'intitolazione della Sala del Consiglio a Sabato Martelli Castaldi.

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